RIFREDDO - 'Padre' e 'madre' sulle carte d'identità, anche Rifreddo contro la Regione

Un'ordine del giorno contro l'annuncio dell'assessore Monica Cerutti, che aveva dichiarato che l'ente regionale avrebbe pagato le spese legali di chi si sente discriminato dai due termini

12/04/2019 12:11

Non è piaciuto agli amministratori di Rifreddo l’annuncio dell’assessore regionale Cerutti che la Regione Piemonte pagherà le spese legali di chi ricorrerà contro l’inserimento dei termini madre e padre sulle carte d’identità. Infatti la Giunta comunale ha approvato un ordine del giorno per invitare l’esecutivo guidato da Chiamparino a cambiare registro ed a pagare le spese legali dei piemontesi che sono vittime di reati e non quelle di coloro a cui da fastidio il termine madre e padre. “Noi riteniamo - spiega il primo cittadino Cesare Cavallo - che le famiglie in qualunque modo siano composte svolgano un importantissima funzione sociale e che quindi vadano incentivate e tutelate. Allo stesso tempo tutti noi sappiamo che ogni essere umano ha una madre ed un padre e troviamo quindi più che logico che ciò venga indicato in un documento dello Stato. Ma soprattutto troviamo alquanto bizzarro che un ente come la Regione Piemonte, con tutti i problemi che ha, si impunti sull’indicazione di un termine piuttosto che un altro sulle carte d’identità e che spenda soldi di tutti i piemontesi per una battaglia che è puramente ideologica. Per questo motivo abbiamo approvato un ordine del giorno che invita la Giunta regionale a rivedere la propria posizione ed a prendere in considerazione di utilizzare il fondo spese legali della Regione Piemonte per sostenere i purtroppo tanti piemontesi che sono vittime di reati”. Un utilizzo che secondo gli amministratori rifreddesi darebbe un chiaro segnale di vicinanza degli enti pubblici a coloro che sono stati colpiti da azioni contrarie alle norme penali che regolano la tutela delle persone e delle cose di proprietà delle stesse. Dopo l’approvazione e le la pubblicazione l’ordine del giorno verrà inviato all’esecutivo regionale. Rimane da vedere se lo stesso ne terrà conto o meno.

c.s.

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