RIFREDDO - Rifreddo, appello al Parlamento: ‘Fermate gli aumenti delle tariffe dello scuolabus’

A seguito di una delibera della Corte dei Conti si rischiano rincari enormi a carico delle famiglie: i prezzi passerebbero dai 105 euro attuali a 400 o 500

Redazione 28/07/2019 10:24


Le tariffe degli scuolabus che pagano le famiglie di molti comuni potrebbero essere riviste al rialzo se non addirittura moltiplicate per quattro o cinque. L’allarme arriva dalla giunta comunale di Rifreddo, che ora chiede al Parlamento di intervenire per scongiurare gli aumenti delle tariffe a carico delle famiglie: si rischia altrimenti che i costi aumentino addirittura del 400-500%.

Il fatto sarebbe conseguente a una delibera della Corte dei Conti sezione Piemonte che ha chiarito come il servizio di scuolabus debba essere inserito tra i servizi pubblici locali: gli enti che li erogano quindi devono coprire i costi dello stesso integralmente attraverso le tariffe degli utenti.

“Se non si cambia la norma - spiega il primo cittadino rifreddese Cesare Cavallo - gli utenti dello scuolabus del nostro paese (così come quelli di tutti gli altri) dovranno pagare 4 o 5 volte il prezzo attuale, il che significa da noi passare degli attuali 105 euro annui a 400 o 500. Un aumento abnorme che va nella direzione opposta a quella da noi voluta e che rischia di avere ripercussioni sulle politiche di attrazione di giovani coppie che da anni portiamo avanti, tenendo i costi dello scuolabus e dei buoni mensa a livelli minimi”

Vediamo però più in dettaglio cosa è successo e cosa chiedono ai parlamentari gli amministratori rifreddesi. Tutto nasce dalla richiesta di un parere alla Corte dei Conti sulla disciplina applicabile al trasporto scolastico tramite scuolabus. Un parere in cui la Corte ripercorre l’attuale normativa e chiarisce che la clausola di invarianza finanziaria prevista dall'articolo 5, comma 2, del Dlgs 63/2017 e dall’articolo 117 del Tuel in tema di gestione dei servizi pubblici non lascia dubbi in merito alla necessità che le tariffe debbano «assicurare l'equilibrio economico-finanziario dell'investimento e della connessa gestione», tenuto conto di alcuni criteri.

In primis, la corrispondenza tra costi e ricavi in modo da assicurare l'integrale copertura dei costi, ivi compresi gli oneri di ammortamento tecnico-finanziario; l'equilibrato rapporto tra i finanziamenti raccolti e il capitale investito; l'entità dei costi di gestione delle opere, tenendo conto anche degli investimenti e della qualità del servizio; l'adeguatezza della remunerazione del capitale investito, coerente con le prevalenti condizioni di mercato.

Insomma tutto ciò che gli enti devono obbligatoriamente fare per i servizi pubblici locali e che, invece, potrebbe non essere fatto se il servizio scuolabus fosse inserito nella categoria dei servizi a domanda individuale, come nonostante il dato normativo si è sempre fatto fino ad ora. Per questo Cavallo ed i suoi attraverso la delibera di giunta numero 56/2019 invitano il Parlamento a emendare in fretta l’elenco dei servizi a domanda individuale.

“Per non trovarci a settembre a dover scegliere tra salassare i nostri cittadini o rispondere per danno erariale alle Corte dei Conti - aggiunge il sindaco - chiediamo al Parlamento di fare chiarezza sul tema approvando una modifica normativa che inserisca il servizio di trasporto scuolabus tra i servizi a domanda individuale, consentendo per questa via ai singoli comuni di attuare le politiche tariffarie più idonee allo sviluppo del suo territorio”. Rimane ora da vedere se l’appello verrà accolto e con quali tempistiche.

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