SAMPEYRE - "Sopra gli 800 metri nemmeno ad agosto si può cenare all'aperto"

La lettera del presidente dell'Unione Montana Valle Varaita Silvano Dovetta al Presidente del Consiglio Mario Draghi, al Presidente della Regione Alberto Cirio e ai rappresentanti dell'Uncem

04/05/2021 09:01

L’Unione Montana Valle Varaita ha inviato lo scorso giovedì 29 aprile una lettera di richiesta di intervento sul tema della riapertura dei locali di ristorazione in zona montana al Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, al Presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, e ai Presidenti UNCEM nazionale, Marco Bussone, e della Delegazione Piemontese, Roberto Colombero.
 
Nella lettera, a firma del Presidente dell’Unione Montana Valle Varaita, Silvano Dovetta, si chiede di valutare "quanto alcuni criteri adottati per la graduale ripresa delle attività economiche siano assurdi e assolutamente penalizzanti per la montagna". In particolare, ci si riferisce all’art. 4 del DL 22/04/2021 n. 52 che prevede che dal 26/04 in zona gialla il servizio di ristorazione al tavolo possa essere effettuato anche a cena, ma solo all’aperto; servizio che dal 1 giugno potrà essere consentito al chiuso, ma solo dalle ore 5 alle 18, con esclusione pertanto della cena. Di fatto penalizzando in modo grave la montagna dove "neppure durante il mese di agosto al di sopra degli 800 m slm in tutto l’arco alpino è possibile cenare all’aperto". 
 
L’Unione Montana Valle Varaita chiede quindi di "intervenire in merito, facendovi carico anche delle istanze della montagna che geograficamente resta comunque una parte preponderante della penisola italiana" e dove l'economia è fragile: "In alcuni Comuni esiste a volte un unico locale che non solo è bar o ristorante, ma anche punto di aggregazione con un’alta valenza sociale per la popolazione del luogo. Se queste strutture dovessero chiudere perché lo Stato, le Regioni e tutte le Amministrazioni pubbliche non sono in grado di metterle in condizioni di lavorare, sarebbe un danno irreparabile cui nessuna tardiva azione potrebbe porre rimedio".
 
Il testo della lettera
 
Oggi, giovedì 29 aprile, anche la Provincia di Cuneo torna ad essere zona gialla come buona parte del nostro Paese, sotto la pioggia battente e con una media di circa 11° C durane le ore diurne nel comune di Frassino, sede dell’Unione Montana che rappresento, nella media valle Varaita.
 
La situazione rende ancora più evidente quanto alcuni criteri adottati per la graduale ripresa delle attività economiche siano assurdi e assolutamente penalizzanti per la montagna. Mi riferisco all’art. 4 del DL 22/04/2021 n. 52 che prevede che dal 26/04 in zona gialla il servizio di ristorazione al tavolo possa essere effettuato anche a cena, ma solo all’aperto; e dal 1 giugno potrà essere consentito al chiuso, ma solo dalle ore 5 alle 18, con esclusione pertanto della cena.
 
Tali misure possono essere valide per quella parte del territorio nazionale, le località di mare, le grandi città o i paesi di collina, ove le condizioni climatiche consentono di rispettare le norme; ma chi conosce anche solo un poco la montagna sa benissimo che neppure durante il mese di agosto al di sopra degli 800 m slm in tutto l’arco alpino è possibile cenare all’aperto e che il meteo è sicuramente più volubile ed imprevedibile che altrove.
 
Le località di montagna, spesso anche sede di impianti di risalita, già sono state poste in ginocchio dalla mancata apertura degli stessi per un’intera stagione invernale e, se non si corre rapidamente ai ripari, anche l’estate, in cui tutti gli operatori sperano per riprendersi dalla crisi, rischia di essere un totale fallimento.
 
L’economia montana, come credo sappiate, è fragile: in alcuni Comuni esiste a volte un unico locale che non solo è bar o ristorante, ma anche punto di aggregazione con un’alta valenza sociale per la popolazione del luogo. Se queste strutture dovessero chiudere perché lo Stato, le Regioni e tutte le Amministrazioni pubbliche non sono in grado di metterle in condizioni di lavorare, sarebbe un danno irreparabile cui nessuna tardiva azione potrebbe porre rimedio.
 
Pertanto mi permetto di chiederVi di intervenire in merito, facendovi carico anche delle istanze della montagna che geograficamente resta comunque una parte preponderante della penisola italiana.
 
IL PRESIDENTE DOVETTA SILVANO

c.s.

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