VENASCA - Venasca, vittoria dei genitori “no preside”: a scuola torna il reggente

Le famiglie e i sindacati si erano opposti fin da inizio anno al reintegro della contestata dirigente Patrizia Revello, sotto accusa anche dal giudice di pace

Redazione 16/11/2022 19:30

Alla fine i “no preside” sono riusciti a far ricredere l’Ufficio Scolastico Regionale sull’inopportunità del reintegro di Patrizia Revello, nella carica di preside dell’istituto comprensivo di Venasca-Costigliole Saluzzo. Dopo la visita degli ispettori il professor Davide Martini, dirigente scolastico titolare a Busca, è stato chiamato a svolgere la funzione di reggente nell’istituto fino al 7 dicembre prossimo.
 
La protesta era esplosa già all’inizio dell’anno scolastico, quando si è saputo che la dirigente sarebbe tornata al suo posto dopo una sospensione di alcuni mesi - durante la quale l’aveva sostituita lo stesso Martini. A motivarla era stato il “caso” delle bocciature a raffica ai danni di 25 studenti cinesi dello stesso istituto, affidati all’educazione parentale nel periodo Covid ma poi - sostengono le famiglie - abbandonati dalla scuola e addirittura segnati come assenti.
 
Per rappresentare le proprie ragioni le famiglie hanno costituito un comitato dei genitori della valle Varaita, alla cui presentazione in ottobre hanno preso parte oltre 150 persone. I genitori parlano di “totale mancanza di comunicazione tra dirigenza e famiglia” e muovono una serie di accuse circostanziate riguardo alla gestione della scuola nei mesi della didattica a distanza e non solo. Anche i sindacati, del resto, hanno contestato fin dal primo momento il reintegro: “Il clima creatosi in questi ultimi mesi nell’Istituto Comprensivo di Venasca-Costigliole Saluzzo ha raggiunto livelli di esasperazione e insostenibilità massimi” si legge in una nota firmata pochi giorni fa da Flc-Cgil, Cisl Scuola, Snals Confsal e Gilda Unams, con la quale era stato proclamato lo stato di agitazione del personale. Senza mezzi termini i rappresentanti dei lavoratori denunciavano “azioni interne alla scuola volte ad un ambiente orientato verso la delazione, il sospetto e l’accusa”.
 
Per la vicenda delle bocciature dei 25 alunni cinesi Patrizia Revello è chiamata di fronte al giudice di pace di Saluzzo, nell’ambito di un procedimento apertosi ad ottobre. Già nel 2015 era stata condannata per comportamento antisindacale, quando era dirigente a Saluzzo. Nel Torinese le levate di scudi delle famiglie avevano portato al suo allontanamento prima da Luserna San Giovanni e poi dall’istituto comprensivo 4 di Pinerolo, da dove è approdata successivamente a Barge e infine in val Varaita.

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