“Niente nuove, buone nuove” recita il proverbio. Una massima di saggezza popolare che può valere per uno dei comuni della provincia Granda più colpiti dall’epidemia, Marene.

 

Nel centro di 3323 abitanti della pianura cuneese i casi di contagio da Covid-19 sono 25 secondo l’ultimo aggiornamento. Il paese ha anche dovuto piangere due vittime e ha rischiato, nei giorni scorsi, di diventare una vera e propria ‘zona rossa’. Ora la situazione sembra essersi stabilizzata: nell’ultimo messaggio in video, pubblicato sul sito del Comune nella serata di ieri (martedì 24), il sindaco Roberta Barbero ha reso noto che negli ultimi due giorni non sono stati comunicati nuovi casi dall'Asl.

 

Un segnale positivo che tuttavia non fa venire meno nessuna delle limitazioni imposte finora, ricorda il primo cittadino: “Rimaniamo sempre in emergenza sanitaria per cui dobbiamo continuare assolutamente a rispettare decreti e ordinanze, compresa l’ordinanza sindacale”. Permangono il divieto di uscire di casa o di spostarsi in auto da un comune all’altro se non per comprovate esigenze lavorative o sanitarie o per necessità urgenti. Per quanto riguarda la spesa, vige l’obbligo di limitare le uscite a un componente per ciascuna famiglia e si raccomanda comunque di affidarsi alla consegna a domicilio.

 

C’è una novità che riguarda la raccolta dei rifiuti nel territorio comunale: dalla prossima settimana verrà effettuata sempre nei giorni previsti dal calendario, ma anticipata al mattino presto. L’invito ai residenti è perciò quello mettere i rifiuti fuori dalle abitazioni già dalla sera prima.

 

A fronte del quadro stazionario dei contagi, il sindaco ha deciso inoltre di limitare la cadenza dei suoi aggiornamenti alla popolazione: “Non faremo più video giornalieri ma aggiornamenti a fine settimana, a meno che non ci siano informazioni importanti da comunicare. Chiedo scusa se nei video passati ho sorriso poco ma la situazione soprattutto dei primi giorni è stata per me molto pesante: il senso di responsabilità che abbiamo nei confronti della cittadinanza ci faceva davvero sentire impotenti”.