RACCONIGI - Castello di Racconigi, la guerra sul parco tra Comune e Polo museale può approdare in tribunale

Sulla manutenzione degli spazi verdi non si placa la polemica, e il sindaco Oderda apre alla possibilità di un esposto per danno erariale: ‘Ci sentiamo disarmati’

Andrea Cascioli 10/06/2019 19:05

A Racconigi non c’è pace tra le fronde, verrebbe da dire parafrasando il titolo di un vecchio film. La questione è quella legata alla manutenzione del parco del Castello, che si fa sempre più incandescente nonostante la recente riapertura dopo oltre nove mesi di stop.
 
Nella mattinata di ieri, domenica 9, gli attivisti della pagina Facebook ‘Ridateci il parco del Castello di Racconigi’ si sono ritrovati come avevano annunciato per una passeggiata collettiva nell’area già riaperta, quella più vicina alla residenza sabauda. Il bilancio è assai critico: gli animatori della protesta dello scorso 18 maggio lamentano la presenza di panchine rotte lungo i percorsi, l’erba tagliata e abbandonata a marcire nei pressi della dacia russa (dove gli arredi sono esposti alle intemperie dallo scorso agosto, e diverse finestre rotte non vengono ancora riparate), le cattive condizioni del laghetto davanti alla grotta di Merlino, invaso dalle erbacce - che del resto crescono anche nello spiazzo dell’ingresso principale al Castello.
 
L’impressione generale è che, nonostante gli sforzi del Polo Museale per riaprire almeno una parte del parco, non sia stato ancora messo un freno all’incuria. Tra gli attivisti presenti c’erano semplici cittadini desiderosi di riappropriarsi di uno spazio che da sempre sta a cuore ai racconigesi, ma anche tour operator e imprenditori locali per i quali la chiusura del parco ha rappresentato un danno economico.
 
Una di questi è Alessandra Vigna, allevatrice di Castellar, che dal 2007 e fino alla recente chiusura ha assicurato le visite ai turisti che si avventuravano nel parco su carrozze trainate dai cavalli: “Quando lo scorso anno si è insediata la nuova direttrice del Polo Museale, l’architetto Ilaria Ivaldi - spiega l’allevatrice - si è deciso di annullare tutte le convenzioni che le varie residenze avevano stipulato. Qui a Racconigi, per esempio, alcuni agricoltori si occupavano della raccolta del fieno e della manutenzione ordinaria”.
 
Ora l’intenzione sarebbe quella di dare in appalto a un unico soggetto la manutenzione di tutto il patrimonio del Polo Museale: oltre al Castello di Racconigi e al relativo parco, rientrano nel novero Palazzo Carignano e Villa della Regina a Torino, i Castelli di Agliè, Moncalieri e Serralunga d’Alba, il Forte di Gavi, le Abbazie di Vezzolano e di Fruttuaria. Vaste programme, commenterebbe il generale De Gaulle.
 
Certo, in teoria la legge consentirebbe assegnazioni dirette fino a 150mila euro (il limite è stato innalzato dai precedenti 40mila proprio sotto l’attuale governo), ma bisogna che i funzionari si prendano la responsabilità di tutte le grane legali che potrebbero derivare dalla scelta di scavalcare i tempi biblici delle gare: qui sta la ratio del mega-appalto. Per Vigna e gli altri ‘frondisti’, però, il rischio concreto è che il manutentore unico, se e quando arriverà, non sarà in grado di tappare ogni buco su un territorio così vasto. E infatti, stando ai bene informati, anche in altre sedi del Polo aleggiano gli stessi timori e malumori.
 
D’altro canto, c’è ormai chi valuta la via legale per sbloccare l’impasse: “Ci sono gli estremi per un esposto alla Corte dei Conti per danno erariale, calcolando la perdita dei guadagni legati ai fieni e alla vendita del legname, gli introiti turistici mancati e gli abbonamenti inutilizzati” tuonano gli attivisti, garantendo di essere stati confortati su questo punto anche da alcuni consiglieri regionali.
 
E il Comune di Racconigi, da mesi al centro di durissimi botta e risposta con il Polo museale, potrebbe aderire all’offensiva giudiziaria, se non proprio farsene carico: “È una delle strade che ci siamo riservati di intraprendere fin dall’inizio, qualora fallisca ogni iniziativa politica” conferma il sindaco Valerio Oderda. “In più occasioni - continua amareggiato il primo cittadino - ci siamo sentiti disarmati rispetto a questo strapotere che non porta mai a ricadute positive. Negli ultimi due anni non se ne sono viste in termini di presenze, di investimenti e di manutenzione: qualcuno ne sarà pur responsabile”.
 
Ai responsabili della residenza sabauda, che hanno accusato il Comune di essersi disinteressato della sorte del parco durante la chiusura, Oderda risponde per le rime: “Facciamo solo un esempio: il parco è al centro di un complesso sistema irriguo che prevede l’interruzione dell’afflusso di acque nei periodi invernali. Ho fatto due ordinanze e tenuto un buon numero di incontri per arrivare a una soluzione, in accordo con il Parco del Po, la Provincia e la Regione. A queste riunioni il Polo Museale si è presentato una volta soltanto, nella persona della vicedirettrice, sebbene sia il principale soggetto interessato”.
 
A gettare benzina sul fuoco della polemica concorre un episodio avvenuto proprio ieri, in occasione del raduno delle bande musicali patrocinato dal Comune di Racconigi. Gli organizzatori speravano di ospitare i musicisti e il pubblico nel piazzale sud del Castello, fuori dal percorso di visita del parco, ma di fronte alla richiesta di pagamento di un regolare biglietto per tutti i partecipanti hanno rinunciato: “Probabilmente la direzione ci ha scoraggiati perché temeva che qualche bambino si perdesse fra le erbacce” ironizza il sindaco, puntando il dito sullo stato non impeccabile del cortile d’ingresso.
 
In ogni caso, avvertono l’amministrazione comunale e gli attivisti all’unisono, sulla manutenzione e la riapertura totale del parco la vigilanza resta alta. Con la possibilità che dalla guerra di comunicati si passi prima o poi a quella condotta a colpi di carte processuali.

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