“Cosa aspetta il mondo a reagire? Qui ogni giorno muoiono centinaia di persone, cos'altro deve succedere?”. A parlare è Marco Sandrone, operatore umanitario originario di Savigliano, capo progetto di Medici Senza Frontiere a Gaza. Il suo appello è contenuto in un video pubblicato sui canali social dell’organizzazione. Drammatica la sua testimonianza dalla Striscia, nei giorni in cui in tutta Italia monta la protesta per chiedere il cessate il fuoco e lo stop alla cooperazione occidentale (e italiana) con il Governo di Israele: “Qui a Gaza è una corsa contro il tempo, migliaia di persone ogni giorno si mettono in marcia verso sud. Molti a piedi, perché i trasporti non esistono o hanno costi esorbitanti. I bombardamenti e gli attacchi con i droni si sono intensificati e sono incessanti, indiscriminati, giorno e notte. Le persone vengono attaccate nelle loro tende. I droni aprono il fuoco su donne e bambini in coda per l'acqua. Queste azioni non sono solo crudeli, sono atti criminali e non risparmiano neanche le strutture ospedaliere”. A farne le spese, come spesso accade, sono i più deboli. Secondo un articolo pubblicato a inizio settembre da Save the Children, dall’inizio del conflitto sono stati almeno 20 mila i bambini uccisi. “L’altro giorno in ospedale - continua Sandrone - ho incontrato una paziente, Maria, che ha 9 anni, ferita da una bomba sganciata mentre la sua famiglia preparava la cena. La mamma e il papà sono morti. Maria ha ferite al volto, frammenti di bomba in tutto il corpo. Chiama i suoi genitori tutto il giorno, piange. Vuole tornare a casa sua, ma casa sua non c'è più. Ora vive in una tenda con la nonna e i fratelli. Maria è una delle tante orfane di Gaza. Una delle centinaia di bambini intrappolati in città, una città sotto attacco”. Poi c'è la malnutrizione. “Ci sono donne al sesto mese che pesano 40 chili, neonati che sembrano fantasmi. L'acqua, come il cibo, finirà presto. I servizi umanitari sono stati fatti evacuare, gli ospedali sono pieni e al collasso”. Infine l’appello, chiaro e semplice, lo stesso arrivato dalle piazze italiane nei giorni scorsi: “Qui servono solo due cose: un cessate il fuoco e aiuti in tutta la Striscia. Basta essere complici di questo genocidio".