RACCONIGI - Ex Ilva, sciopero a Racconigi. Il sindaco Oderda: "Non chiudersi a priori di fronte a proposte nuove"

Il primo cittadino insieme al suo vice Alessandro Tribaudino presente stamattina davanti ai cancelli dello stabilimento

16/10/2025 16:45

Questa mattina, giovedì 16 ottobre, i lavoratori dell’ex Ilva di Racconigi (stabilimento Acciaierie d’Italia) hanno aderito allo sciopero nazionale proclamato dai sindacati metalmeccanici, manifestando in presidio davanti ai cancelli dello stabilimento. A condividere la loro forte preoccupazione per il futuro del sito produttivo c’era anche l’amministrazione comunale di Racconigi, rappresentata sul posto dal vicesindaco Alessandro Tribaudino e dal sindaco Valerio Oderda. Il primo cittadino e la sua giunta si sono schierati ancora una volta al fianco dei lavoratori, esprimendo solidarietà e assicurando il pieno sostegno istituzionale nella vertenza in corso. "Siamo impegnati da anni a fianco dei lavoratori Ilva - ha dichiarato il vice sindaco Tribaudino davanti ai lavoratori in protesta - e vi siamo vicini oggi più che mai, muovendoci su tutti i tavoli su cui è possibile operare, da quello regionale con contatti diretti con il presidente Cirio a quello nazionale. Faremo rete con tutte le amministrazioni interessate per valutare ogni soluzione, ce la metteremo tutta e non molleremo fino a quando non si troverà la miglior soluzione possibile per lo stabilimento racconigese, ma dobbiamo fare in fretta, non si può più perdere altro tempo. È indispensabile garantire un futuro ai lavoratori, valutando ogni opportunità concreta di investimento sul territorio, perché in gioco ci sono il lavoro, la dignità e la prosperità futura di un’intera comunità". La protesta odierna nasce in particolare dalla recente decisione del Ministero del Lavoro di autorizzare l’azienda ad incrementare del 50% il numero di addetti in cassa integrazione a livello nazionale, portandoli da 3.062 a 4.450 unità. Tale misura si traduce per Racconigi in un impatto drammatico, equivalente a un quasi totale fermo produttivo dello stabilimento locale. Già nelle prossime settimane, infatti, i dipendenti in cassa integrazione passeranno dagli attuali 15 a 50, per poi arrivare a coinvolgere 80 lavoratori sugli 87 in organico entro l’inizio di novembre. In altri impianti del gruppo la cassa integrazione riguarderebbe “solo” circa il 35% della forza lavoro, ma nel sito cuneese di Racconigi si preannuncia purtroppo l’estensione quasi totale degli ammortizzatori, ponendo a serio rischio la continuità produttiva e i livelli occupazionali locali. Sul piano del risanamento aziendale, al momento regna l’incertezza. Il secondo bando di gara per la cessione dell’ex Ilva si è chiuso il 26 settembre scorso, ma non ha prodotto offerte realmente rassicuranti per il futuro: su dieci proposte ricevute, solo due riguardano l’intero gruppo, mentre le altre sono limitate a singoli asset produttivi. Inoltre, le uniche manifestazioni d’interesse complessive pervenute proverrebbero da fondi finanziari di natura speculativa, e non da solidi partner industriali: questo scenario allarma ulteriormente le comunità locali e alimenta il timore di pesanti ricadute occupazionali. In questo contesto generale così difficile, Racconigi rappresenta purtroppo solo una piccola parte del problema, ma una parte che il territorio non vuole veder sacrificata. Lo stabilimento racconigese – un sito produttivo con oltre mezzo secolo di storia, specializzato nella produzione di tubi – impiega circa 87 addetti altamente qualificati. Allo stesso tempo, però, proprio Racconigi potrebbe rappresentare un caso in cui invertire la rotta. Nei mesi scorsi, diversi gruppi imprenditoriali hanno manifestato interesse verso il sito di Racconigi, esprimendo la volontà di investire capitali propri per sviluppare un progetto industriale significativo sul territorio (orientato anche alla sostenibilità e all’ammodernamento degli impianti).  Di fronte ai lavoratori riuniti in presidio, il sindaco Valerio Oderda ha voluto lanciare un messaggio di incoraggiamento e allo stesso tempo di realismo, indicando una possibile nuova strada da seguire per non perdere la speranza in un futuro di lavoro e sviluppo sul territorio. Queste le sue parole rivolte ai dipendenti dell’ex Ilva racconigese: "Lo stabilimento Ilva di Racconigi, in una delle province più produttive d’Italia, ha dipendenti che offrono da sempre una qualità assoluta e che hanno contribuito non poco a rendere davvero grande questa azienda. Ma oggi la realtà nazionale è difficile – dobbiamo esserne tutti consapevoli – e rispetto a queste dinamiche Racconigi è, purtroppo, solo una piccola parte del tutto. Però questa piccola parte, in questi mesi, è stata oggetto di assoluta attenzione da parte di una serie di gruppi che hanno la volontà di investire, di metterci davvero i quattrini e garantire ai dipendenti e al territorio un progetto di sviluppo significativo. E allora dico a tutti, anche alle forze sindacali – che stanno portando avanti, giustamente, una loro visione – che potrebbe essere saggio valutare con attenzione queste offerte e, perché no, sceglierne una, la migliore, facendo così in modo che le maestranze oggi in Ilva possano portare a casa risultati concreti in termini di lavoro e di crescita non solo nel breve ma anche nel lungo termine. Chiaramente restiamo oggi al fianco di tutti voi – come abbiamo sempre fatto in questi anni – e solleciteremo ogni intervento necessario presso tutti gli interlocutori del caso, però invitiamo tutte le parti in causa ad ampliare lo sguardo e a valutare attentamente la possibilità di percorrere altre strade. Mi assumo la responsabilità di questa posizione, perché sono il sindaco di questo paese e come tale devo tutelare i racconigesi e il territorio: siamo tutti assolutamente convinti che vi siano delle soluzioni alternative ben percorribili, progetti molto significativi". Con questo appello, il sindaco Oderda – pur senza stravolgere il contenuto delle rivendicazioni sindacali né minimizzare le difficoltà oggettive – invita dunque a non chiudersi a priori di fronte a proposte nuove.

c.s.

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