CASTIGLIONE TINELLA - Fu pestato a morte per il fumo della grigliata a Pasquetta: condanna a 22 anni per gli assassini

I fratelli Adrian e Valentin Betea sono colpevoli per l’omicidio di Georgiev Gorancho, 39 anni. Nel 2016 fu aggredito a Castiglione Tinella, morì quattro anni dopo

a.c. 20/04/2022 16:16

Un delitto assurdo, scaturito da una lite sul fumo della grigliata di Pasquetta che aveva infastidito i vicini di casa. Quel banale screzio è costato la vita al bracciante agricolo 39enne Georgiev Gorancho, cittadino macedone residente a Castiglione Tinella e padre di quattro figli.
 
In passato c’erano già state tensioni con i vicini rumeni, destinatari delle lamentele per il fumo che si alzava dal barbecue sotto il gazebo. Nel cortile condiviso dalle due famiglie erano intervenuti anche i carabinieri, quel 28 marzo 2016, dopo i primi screzi. Ma quando se n’erano andati, nel pomeriggio, si era scatenata una brutale rissa a colpi di mazza tra quattro macedoni e altrettanti rumeni. Gorancho, raggiunto alla testa con bastonate e calci, aveva avuto la peggio. Sarebbe morto dopo quattro anni di agonia, senza mai riprendersi dal coma, a causa delle violenze di quel giorno.
 
Per l’aggressione erano stati condannati in primo grado a otto anni i fratelli Adrian e Valentin Betea. All’epoca l’accusa era di tentato omicidio, ma in seguito al decesso di Gorancho la sentenza era stata annullata e il processo era ripartito con l’imputazione più grave, quella di omicidio. Gli avvocati dei due fratelli rumeni hanno sostenuto che le violenze fossero state scatenate dal gruppo dei macedoni, ma la tesi della reazione alla provocazione non ha retto al vaglio dei giudici.
 
Alla rissa aveva assistito dalla finestra anche il figlio dodicenne di Gorancho che, terrorizzato, aveva chiamato la madre per avvisarla di ciò che stava accadendo. Al suo arrivo la donna aveva trovato il marito ormai a terra, colto da un arresto cardiaco e incapace di parlare. Le sue condizioni erano già gravissime e sarebbero sfociate in uno stato vegetativo irreversibile. Per i due responsabili materiali dell’omicidio la Procura aveva chiesto la condanna a diciassette anni.
 
I giudici della Corte d’Assise di Asti hanno optato per una pena più severa, 22 anni, disponendo inoltre il pagamento di una provvisionale di 240mila euro a beneficio della vedova e dei quattro figli della vittima. Altri due imputati, accusati solo per la rissa, sono stati condannati a sei mesi, mentre un terzo è stato assolto.

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