ALBA - Operazione “Mare Magnum”, colpo alla ‘ndrangheta piemontese

Dodici misure cautelari per gravi reati, tra cui due rapine in abitazione nell’Albese. Tra gli arrestati c’è il fratello del boss che ordinò l’omicidio di Bruno Caccia

Redazione 07/07/2023 11:24

Un colpo alla ‘ndrangheta piemontese, messo a segno sulla scorta delle indagini che avevano portato nella primavera del 2018 all’operazione “Barbarossa”: l’estesa operazione della mattinata odierna, coordinata dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Asti, ha portato all’esecuzione di dodici misure cautelari (7 in carcere e 5 agli arresti domiciliari) a carico di altrettante persone ritenute responsabili, a vario titolo, di tentato omicidio aggravato, detenzione e porto abusivo di armi, detenzione e spaccio di stupefacenti, estorsione e rapina in abitazione.
 
L’operazione denominata “Mare Magnum” ha interessato oltre all’Astigiano le province di Cuneo, Palermo, Rovigo e Pisa, svelando la crescente affermazione nelle dinamiche mafiose della nota famiglia Lo Porto, a carico di alcuni componenti della quale sono stati contestati gravi episodi delittuosi. Tra gli arrestati figura anche Francesco Belfiore, cinquantenne, appartenente alla storica famiglia di ‘ndrangheta della provincia di Torino originaria di Gioiosa Jonica (RC) e fratello minore del più noto Domenico, condannato in via definitiva per l’omicidio del procuratore Bruno Caccia.
 
Le investigazioni hanno permesso di ottenere un solido quadro probatorio in ordine a diversi eventi criminosi occorsi nell’Astigiano tra il 2017 ed il 2020, nonché a tre efferate rapine in abitazione, due delle quali commesse a Santo Stefano Belbo e ad Alba. Nella prima, risalente all’ottobre del 2018, i malviventi qualificatisi come poliziotti erano penetrati in casa della famiglia Santero, impossessandosi con violenze e minacce di denaro contante, orologi e monili. Anche nel dicembre 2019, in un’abitazione di Alba, erano stati portati via soldi e oggetti preziosi.
 
Questi i destinatari del provvedimento restrittivo (per i primi 7 indagati applicata la custodia cautelare in carcere, per i restanti la misura degli arresti domiciliari): Francesco Belfiore, classe 1973, attualmente detenuto presso la casa circondariale di Rovigo; Armando Bonanno, classe 1994, residente a Palermo; Ignazio Giovane, classe 1974; Patrik La Comare, classe 1984, attualmente detenuto presso la casa di reclusione di Volterra (PI); Valerio Pillitteri, classe 1989; Giastin Stentardo, classe 1985, attualmente detenuto presso la casa di reclusione di Alba (CN); Stefano Valfusi, classe 1977; Claudio Roberto Arduini, classe 1975; Angelo Bufalino, classe 1962; Gabriele Frigoli, classe 1955; Carlo Lucca, classe 1967; Franco Vacchina, classe 1961.
 
Nell’ambito del presente procedimento, risultano indagate, a vario titolo, complessive 25 persone, la cui posizione è tuttora al vaglio dell’autorità giudiziaria.

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