ALBARETTO DELLA TORRE - Riciclaggio di soldi sporchi tra Italia e Spagna: 14 arresti. A capo dell'organizzazione un 77enne di Alba

Sequestrata una lussuosa villa e svariati terreni ad Albaretto della Torre. La magistratura malaguegna indaga su corruzione e traffico di influenze in Costa del Sol

Samuele Mattio 22/01/2021 12:23

Il sequestro di una proprietà composta da una lussuosa villa e svariati ettari di terreni ad Albaretto della Torre, comune sulla dorsale collinare tra le valli del Belbo e del Tallòria, è stata la conclusione di un’indagine internazionale coordinata dalla Procura di Asti ed eseguita dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Cuneo in collaborazione con le forze dell’ordine e la magistratura spagnola. La proprietà, del valore di 5 milioni di euro, è stata visitata dalle Fiamme Gialle lo scorso 21 dicembre.
 
Ad attirare l’attenzione degli inquirenti è stato un albese pluripregiudicato di 77 anni, Giovanni Piero Montaldo. Secondo quanto ricostruito dalle Fiamme Gialle avrebbe riciclato in Italia proventi milionari di attività illecite commesse in Spagna. I finanzieri, approfondendo flussi anomali, hanno accertato che tra il 2006 e il 2016 erano stati trasferiti nel nostro paese circa 12 milioni di euro tratti da conti correnti spagnoli intestati al Montaldo e a società a lui riconducibili e destinati alla figlia o in conti in Sizzera, a beneficio di società facenti capo all’uomo.
 
Alle spalle dell’uomo una lunga serie di condanne definitive per ricettazione, emissione di assegni a vuoto, emissioni di fatture per operazioni inesistenti. A fine anni ’80 si era rifugiato in Spagna dove ha proseguito le sue attività illecite, con probabili contatti anche con la criminalità organizzata italiana. L’uomo è stato coinvolto nell’operazione ‘Malaya’, una ‘Mani Pulite’ che ha investito la Costa del Sol, dove è stato condannato per corruzione: aveva versato una tangente di 330 mila euro a un amministratore pubblico per ottenere favori nel settore urbanistico. Montaldo gestiva nella penisola iberica, nella zona di Malaga, una vera e propria galassia di società del settore immobiliare, composta da 40 sigle costituite avvalendosi della collaborazione di prestanome, per lo più vecchie conoscenze italiane. Di qui sono partite delle verifiche delle autorità spagnole che hanno portato all’individuazione di un sodalizio criminale di stampo internazionale operante in Andalusia dedito alla corruzione, traffico di influenze ed evasione fiscale, oltreché riciclaggio, autoriciclaggio e trasferimento di valori in Italia. 
 
Per lavorare al meglio nel 2019 è stata costituita una squadra investigativa comune tra le autorità italiane e spagnole, sotto l’egida dell’Agenzia dell’Unione Europea per la cooperazione giudiziaria penale.
 
L’inchiesta della magistratura malaguegna, ribattezzata Operazione Tenor, sulla quale vige il segreto istruttorio, ha portato a tredici misure cautelari, un mandato di cattura internazionale, diciannove perquisizioni domiciliari, il blocco di 106 rapporti bancari e il sequestro di 47 immobili nella provincia di Malaga, di 18 autoveicoli e 70 mila euro in contanti. E ancora monili, orologi di pregio, opere d’arte, quadri, sculture ed arredi per un valore stimato superiore a un milione e mezzo di euro. 
 
Il prossimo 9 febbraio, presso il Tribunale di Torino (per competenza territoriale), è stata fissata l’udienza di discussione sulla richiesta di confisca della villa di Albaretto della Torre, in frazione Tre Cunei, sequestrata dalla GDF (cosiddetto processo di Prevenzione). Frattanto la procura di Asti ha concluso le indagini su Montaldo e altri suoi complici nel registro degli indagati, tra i reati ipotizzati dal procuratore capo di Asti Alberto Perduca riciclaggio e intestazione fittizia. Le indagini sono concluse. L’uomo è nei guai anche per l’indagine spagnola. “È un soggetto noto sia ai giudici italiani che a quelli spagnoli - ha  detto il comandante provinciale della Guardia di Finanza Luca Albertario - . Partendo dal nulla ha creato un impero criminale in Spagna, che fortunatamente è stato individuato e disarticolato”. “Durante tutte le fasi delle indagini la sinergia con l’ufficio del Procuratore Anticorruzione e le forze di polizia spagnole è stata fondamentale, così come è stato determinante il contributo di Euroust, - ha osservato il colonnello - sia al fine di acquisire elementi a comprova della pericolosità sociale in capo ai pervenuti che per lo sviluppo delle indagini penali volte ad accertare il riciclaggio”.
 

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