Massimo Borrelli, assessore del Comune di Bra in quota Partito Democratico è indagato con l’accusa di voto di scambio poltico-mafioso. Anche a lui è arrivato l’avviso di garanzia partito al termine dell’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Torino della che ha scosso la Granda. L’indagine, alla quale hanno partecipato i Carabinieri del Nucleo Operativo di Cuneo, riguarda l'attività di una "locale" di ‘ndrangheta a Bra riconducibile alla famiglia Luppino, originaria di Sant'Eufemia di Aspromonte (Reggio Calabria).

 

Nelle intercettazioni il boss Salvatore Luppino si vanterebbe di aver portato pacchetti di voti al Partito Democratico alle elezioni Regionali. Secondo gli inquirenti i favori elettorali avrebbero fruttato al capo della locale un lavoro. Tra gli indagati a piede libero ci sono anche tre carabinieri e due agenti di polizia penitenziaria.

 

Borrelli, 42 anni, è dipendente di Slow Food dove è a capo dell’ufficio educazione, che segue i progetti che vengono realizzati nelle scuole. È stato eletto per la prima volta nel Consiglio comunale di Bra nel 1999. Nel 2009 è entrato a far parte della Giunta, nominato assessore a Lavoro, Sport, Commercio e Politiche Giovanili dall’allora sindaco Bruna Sibille, dalla quale è stato anche nominato vicesindaco. Nel 2018 è stato candidato nelle fila del Partito Democratico alla Camera dei Deputati nel listino proporzionale. Nel 2019 è stato confermato nella Giunta di Gianni Fogliato - dopo esserne stato 'competitor' interno per la carica di sindaco - con un ruolo di primo piano (ha le deleghe a mobilità sostenibile e sistemi viari, trasporti pubblici, turismo e promozione del territorio, attività e impianti sportivi, ambiente, gestione rifiuti e igiene urbana).