BRA - Bra, nascondeva documenti storici rubati nella confraternita dei Battuti Neri: ora è nei guai

Recuperato materiale (in gran parte appartenente a Casa Savoia) per oltre 2 milioni di euro: lettere di principi e sovrani, foto, ritagli di giornale e documenti ufficiali

Redazione 30/06/2021 10:58

Sono stati recuperati 1812 documenti antichi all’interno dei locali dell’Arciconfraternita della Misericordia detta dei “Battuti Neri” di Bra. Erano stati sottratti dall’Archivio di Corte dei Savoia.
 
Il materiale, dal valore economico stimato in oltre 2 milioni di euro, è stato recuperato dai carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale di Torino in collaborazione con la Soprintendenza archivistica e bibliografica del Piemonte e della Valle d’Aosta. Si tratta di lettere di principi e sovrani, foto, ritagli di giornale, documenti ufficiali e materiale personale che, nel corso di molti decenni, sono stati sottratti a importanti istituti di conservazione.
 
La scoperta è stata possibile grazie alla scrupolosa opera di inventariazione che la nuova presidenza dell’Arciconfraternita aveva iniziato nel 2012, appena insediatasi, proprio nel corso delle verifiche sui beni di proprietà. I controlli e gli accertamenti successivi hanno consentito di individuare la provenienza pubblica e lo straordinario interesse storico-culturale dei documenti, rivelando che l’indebita sottrazione era in corso da tempo, a opera di ignoti collezionisti.
 
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Torino, hanno consentito, inoltre, di identificare un confratello “infedele” che all’insaputa degli altri, aveva scelto le stanze dell’Arciconfraternita come luogo sicuro e insospettabile per nascondere l’intero patrimonio documentale. Ora l'uomo si trova nei guai.
 
La collaborazione tecnico-scientifica dei funzionari ministeriali, al termine di una lunga e minuziosa verifica dei documenti, ha permesso di stabilire come la sottrazione fosse mirata a ottenere i documenti più pregiati e rari degli archivi, riportanti le firme autografe di illustri personaggi di Casa Savoia, come re Emanuele Filiberto, e di altri principi e sovrani europei, ad esempio, Caterina di Russia.
 
Tutti i documenti sono stati sottoposti a confisca e restituiti allo Stato, conferiti per la custodia agli enti dai quali furono sottratti.

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