SOMMARIVA PERNO - Maxi frode da 143 milioni sulle energie rinnovabili, arrestato un imprenditore di Sommariva Perno

Secondo le Fiamme Gialle di Pavia, le aziende roerine facevano parte di un sistema per ottenere contributi indebiti sulla produzione di elettricità da biomasse

Redazione 30/01/2021 13:00

 
Figurano anche i nomi di tre cuneesi nell’elenco dei destinatari delle misure cautelari emesse nei giorni scorsi dalla Procura di Pavia, all’esito di una complessa indagine su una truffa da oltre 143 milioni nel settore delle energie rinnovabili.
 
Fulcro dell’attività investigativa è lo stabilimento della BiOlevano di Olevano Lomellina (PV), azienda specializzata nella produzione di energia elettrica da biomasse legnose. Per ottenere i contributi statali l’azienda doveva attestare che le biomasse provenissero da un territorio collocato entro i 70 chilometri dall’impianto. In realtà la “materia prima” da trasformare sarebbe arrivata da molto più lontano, in particolare dalla Svizzera, dove veniva acquistata ad un prezzo inferiore a quello pagato dai competitors (dal 30% al 50% in meno). Per far risultare il legname di provenienza locale e tracciato i vertici della BiOlevano avrebbero sistematicamente falsificato i documenti di trasporto e le fatture. Con questo sistema fraudolento, secondo gli inquirenti, l’impresa lombarda era riuscita a ottenere oltre 143 milioni di contributi negli ultimi cinque anni, erogati dallo Stato attraverso il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) ma in ultima analisi prelevati dalle tariffe delle bollette elettriche, attraverso una specifica voce a sostegno delle rinnovabili.
 
I militari della Guardia di Finanza di Pavia, insieme ai carabinieri Forestali e del Comando provinciale, hanno eseguito undici misure cautelari (6 arresti domiciliari e 5 obblighi di firma) e oltre cinquanta perquisizioni in Trentino Alto Adige, Lombardia, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Sardegna e Lazio. Tra le persone finite in manette c’è il 56enne di Sommariva Perno Valerio Rosso, socio e amministratore di tre delle società che fornivano biomasse legnose alla centrale, mentre due delle sue dipendenti, Sabrina Diato (33 anni, di Bra) e Federica Leone (40 anni, di Sanfrè), sono state sottoposte all’obbligo di firma.
 
L’indagine avviata nell’ottobre 2019 riguarda fatti risalenti fino al 2012 e ha visto oltre 200 militari impegnati nelle operazioni. Le Fiamme Gialle hanno proceduto al sequestro di 69 rapporti bancari, 22 quote societarie di altrettante società del gruppo del valore di circa 19 milioni di euro, 147 fra veicoli, immobili e terreni del valore di oltre 12 milioni di euro, tra cui un prestigioso appartamento nel cuore di Milano, una villa di pregio con piscina vista mare sita a Portobello di Gallura, in provincia di Sassari, e una villa in collina a Galbiate (LC), oltre all’intera centrale elettrica del valore di circa 70 milioni.

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