SOMMARIVA PERNO - Sommariva Perno, la notte avvelenava gli alveari di un apicoltore: ora è nei guai

Individuato dai Carabinieri forestali grazie all'installazione di una telecamera, è stato denunciato per uccisione di animali, inoltre è stato multato (di 7 mila euro) per il possesso di materiali tossici

Redazione 06/11/2020 16:06

 
La morte di molte delle proprie api, avvenuta a più riprese a partire dai mesi primaverili, ha insospettito un apicoltore di Sommariva Perno, il quale, per far luce sulla vicenda, aveva provveduto a installare una telecamera puntata sugli alveari interessati dall’aumento della mortalità. Dalle riprese è emerso come, nottetempo e in più occasioni qualcuno si avvicinasse agli alveari attrezzato di una piccola irroratrice manuale e avesse spruzzato l’ingresso delle arnie con una soluzione sospetta e verosimilmente responsabile dell’avvelenamento delle api. 
 
Le immagini ed alcuni campioni di api morte venivano consegnate ai Carabinieri Forestali di Bra i quali avviavano le indagini facendo effettuare delle analisi tossicologiche sugli insetti e successivamente individuavano il responsabile, M.D., residente in zona. Gli esiti delle analisi evidenziavano la presenza sui pronubi di alti livelli di principi attivi particolarmente tossici, tra cui un piretroide: la deltametrina. Questo principio attivo, come molti piretroidi, non è selettivo e presenta un’elevata tossicità acuta per le api.
 
Su delega della Procura di Asti, competente per l’indagine, i Carabinieri Forestali, coadiuvati per i rilievi tecnici da un entomologo e perito in apicoltura, procedevano a perquisire i locali di proprietà dell’indagato per ricercare l’eventuale presenza di biocidi o prodotti fitosanitari utilizzati per l’avvelenamento e altri elementi utili a supporto delle indagini. Nel corso della perquisizione veniva riscontrata la presenza di diversi formulati commerciali contenenti i principi attivi rilevati dalle analisi tossicologiche, oltre all’irroratrice e a due tute protettive del tutto simili a quelle utilizzate dal soggetto ripreso dalle immagini scattate dalle foto-trappole. Tutti i reperti sono stati posti sotto sequestro penale, a disposizione del Pubblico Ministero. 
 
Le violazioni di carattere penale contestate sono quelle di uccisione animali e continuazione del reato (rispettivamente artt. 386 e 81 del codice penale).
Durante la perquisizione venivano inoltre rivenuti una trappola a scatto per la cattura di animali selvatici, di cui è vietato anche il solo possesso e molti prodotti fitosanitari riservati ad un uso professionale - alcuni estremamente tossici - illecitamente detenuti in quanto l’indagato è risultato privo di alcun titolo abilitativo al loro possesso. Per queste violazioni sono state elevate sanzioni amministrative per un importo complessivo superiore ai 7 mila euro e tutto il materiale rivenuto è stato sottoposto a sequestro amministrativo. Sono in fase di verifica altresì alcuni pesticidi rinvenuti nell’occasione e da diversi anni ritirati dal commercio a causa della loro estrema tossicità.
 

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