CUNEO - A processo per il rogo de “La Meridiana” di Cuneo: sul posto fu trovato il suo cellulare

Il 33enne marocchino, ipotizza l’accusa, avrebbe cercato di coprire in modo maldestro le tracce di un furto, appiccando l’incendio al self-service di via Ramorino

a.c. 17/03/2022 19:25

Avrebbe provocato il rogo di un locale per rubare 150 euro dalla cassa. Questo, almeno, secondo gli inquirenti che dopo quattro mesi di indagini erano giunti a individuare nella persona di S.A., marocchino 33enne, il presunto responsabile dell’incendio al self-service La Meridiana di Cuneo.
 
Le fiamme avevano devastato il locale di via Fratelli Ramorino all’alba del 21 novembre 2020, un sabato. A dare l’allarme, quando erano da poco passate le 6,30, era stata una vicina che aveva visto le lingue di fuoco uscire dal locale. Si pensava all’azione di un gruppo di balordi, forse semplici teppisti, introdottisi all’interno per rompere bottiglie e devastare gli arredi. Alcuni testimoni avevano parlato anche di un forte vociare, fatto che aveva spinto a ipotizzare la presenza di più persone.
 
I carabinieri hanno in seguito appurato che l’incendio si era sprigionato da due diversi inneschi, uno individuato vicino al registratore di cassa e l’altro nei pressi di una porta, forzata dall’esterno. Tracce di alcool avvaloravano il sospetto di un’azione dolosa. Dal sopralluogo era inoltre emerso l’ammanco di denaro contante dal registratore di cassa e il furto di diversi oggetti personali dagli armadietti dei dipendenti. Le indagini si sono concentrate fin da subito su un cellulare non appartenente ai proprietari del locale, rinvenuto vicino al registratore di cassa in modalità “torcia accesa”, a conferma di un recente utilizzo per illuminare i vari ambienti. È risultato che S.A. era la persona che aveva in uso il telefonino: a fronte degli elementi raccolti a suo carico, il 33enne avrebbe ammesso di aver forzato la porta di ingresso in piena notte e di aver dapprima rovistato nei vari ambienti in cerca di denaro e oggetti vari, poi appiccato il rogo.
 
La compagna dell’attuale imputato aveva contribuito all’individuazione del soggetto, consegnando di persona ai militari il cellulare di servizio del ristorante. Nell’udienza in tribunale sono stati ascoltati i carabinieri che hanno condotto le indagini, insieme al proprietario del locale e a una cuoca. Il titolare ha confermato di aver subito danni per 5mila euro in seguito all’incendio, appiccato in un punto con un flacone di disinfettante e in un altro con fogli di carta. Circa le ragioni del gesto, si ipotizza che il ladro avrebbe cercato di dar fuoco al registratore di cassa perché preoccupato dall’eventualità di aver lasciato impronte. La situazione gli sarebbe però sfuggita di mano, costringendolo a una fuga precipitosa.
 
L’udienza è stata rinviata al 29 marzo per ascoltare altri testimoni.

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