CUNEO - Accusati di furti e truffe ai danni di anziani in tutta la Granda: arrestati in quattro

Due uomini di etnia sinti si trovano in carcere ad Asti, due complici sono ai domiciliari. Gli episodi contestati sono ben 29, avvenuti in soli tre mesi a fine 2022

Andrea Dalmasso 25/01/2023 11:18

Quattro persone sono state arrestate ieri, martedì 24 gennaio, nell’ambito di un’operazione condotta dai Carabinieri del Comando provinciale di Cuneo. Sono ritenute responsabili di 29 casi di furti in abitazione e truffe ai danni di anziani: gli episodi si sono verificati tra settembre e dicembre del 2022 in diversi Comuni della provincia di Cuneo e in alcuni centri della bassa provincia di Torino. Due dei malviventi si trovano in carcere ad Asti: si tratta di Daniel Decolombi, classe 1989 di etnia sinti residente a Carmagnola, e Gabriele Barbero, classe 1985, anch’egli di etnia sinti, residente a Villafranca Piemonte. Questi ultimi due erano gli esecutori materiali dei furti: un terzo complice, presente durante i furti "tradizionali" ma non durante le truffe, si trova ai domiciliari (Massimo Zara, classe 1972 di Villafranca). Ai domiciliari anche Gilberto Appendino, pensionato del 1956, ritenuto il ricettatore dell’organizzazione criminale. Tutti sono pluripregiudicati per reati specifici. Contestualmente alla misura cautelare personale è stata data esecuzione anche ad un decreto di perquisizione, disposto nei confronti di altre sette persone, ritenute contigue agli indagati. Le indagini sono state condotte dalla Procura di Asti e sono partite dopo un episodio avvenuto a Pralormo. I dettagli sono stati illustrati stamattina in una conferenza stampa dal comandante provinciale dei Carabinieri Giuseppe Carubia e dal comandante del reparto operativo Angelo Gerardi.
 
Per quanto riguarda la Granda, sono stati accertati furti e truffe commessi a Piasco, Magliano Alpi, Revello, Saluzzo, Racconigi, Govone, Caraglio, Borgo San Dalmazzo, Fossano, Neive, Villanova Mondovì ed Envie. La banda agiva insomma su un territorio molto vasto, con tecniche che i Carabinieri hanno definito “da veri professionisti”. Si muovevano su auto con targhe falsificate, con telecomandi clonati per aprire i cancelli automatici, e prima di agire eseguivano veri e propri periodi di osservazione delle vittime e sopralluoghi presso le abitazioni individuate (i furti avvenivano sempre quando le case erano incustodite): i furti duravano non più di dieci minuti.
 
Durante gli episodi di truffa (venti quelli accertati, nove i furti “tradizionali”) i malviventi guadagnavano la fiducia delle vittime presentandosi come addetti della rete elettrica o del gas, dotati di cartellino con foto, riuscendo ad introdursi nelle case per riparare presunti guasti. Vittime che venivano poi convinte con l’inganno a raggruppare contanti e preziosi, di cui poi i malviventi si impossessavano.
 
L’operazione, denominata “Centauro”, ha portato all’emissione delle citate misure cautelari eseguite ieri. Nel corso degli arresti è stata recuperata anche parte della refurtiva, inoltre gli uomini dell'Arma hanno rinvenuto chiavi elettroniche utilizzate per aprire le auto e una penna “tester” per diamanti, che permetteva di riconoscere quelli pregiati. A margine, i Carabinieri hanno anche arrestato il coinquilino di uno degli indagati, scoperto in possesso di 300 grammi di marijuana durante l’esecuzione degli altri arresti.
 
Fondamentali, nell’ambito delle indagini, la collaborazione delle vittime, che hanno fornito descrizioni dei malviventi e dei mezzi da loro utilizzati, e l’utilizzo delle intercettazioni ambientali. Gli episodi dimostrati sono come detto 29, ma i Carabinieri sospettano che possano essere molti di più: si continua ad indagare per raccogliere elementi che permettano di contestare altri casi.
 

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