CUNEO - Accusò l’amica di truffa per un prestito non rimborsato: il giudice la assolve

Protagoniste della vicenda due donne immigrate residenti a Cuneo. L’imputata aveva affidato il suo sfogo a Facebook dopo aver impegnato 1200 euro, mai restituiti

a.c. 04/03/2020 18:30

 
Nel gergo finanziario si definisce ‘tontina’ (dal francese tontine) un particolare tipo di contratto che impegna un gruppo di contraenti a versare una quota di denaro a scadenza regolare - in modo da ottenere, a turno, un capitale da investire.
 
Il meccanismo originario venne messo a punto dal banchiere italiano Lorenzo de Tonti che lo presentò nel 1653 al cardinale Mazarino, ministro di Luigi XIV. La sua invenzione non riscosse successo nella Francia del Seicento, ma si è tramandata nei secoli - con qualche modifica - fornendo fra l’altro a Robert Louis Stevenson e Lloyd Osbourne lo spunto per la ‘black novel’ La cassa sbagliata nel 1889.
 
Attorno al sistema della ‘tontina’ ruota una controversia tra due ex amiche sfociata in un processo per diffamazione davanti al tribunale di Cuneo. L’imputata, la cubana H.C., era accusata da un’altra immigrata residente in città, di origini ivoriane, di aver leso la sua reputazione dandole della “truffatrice ladra” con un post pubblicato sul proprio profilo Facebook nell’ottobre 2018. Il motivo del risentimento, ha spiegato la querelante, risale alla scelta di H.C. di partecipare a una ‘tontina’ organizzata dall’amica: “Avevo radunato un gruppo di dieci persone. Ognuno versava 300 euro ogni mese e a turno riceveva l’intera somma raccolta. H.C. era l’unica estranea nel gruppo, ma accettò di entrare occupando la quinta posizione”.
 
I problemi sarebbero sorti in seguito a ripetuti ritardi nei pagamenti da parte di H.C.: “Il terzo e il quarto mese pagò in ritardo. Gli altri membri del gruppo se n’erano lamentati, temevano che una volta ricevuti i soldi si sarebbe tirata indietro senza onorare gli impegni. Per questo si decise che doveva saltare il turno”. Le successive rimostranze della donna ne avevano determinato la definitiva esclusione dalla ‘tontina’ e lo sfogo sul social network, con conseguente denuncia per diffamazione da parte dell’ivoriana: “I 1200 euro che aveva già versato non le furono restituiti proprio a causa del danno di immagine che mi ha causato”.
 
“Mi sono sentita stupida e impotente. Avevo capito che non avrei recuperato i soldi e ho scritto quel post in un momento di rabbia, cancellandolo dopo una settimana” si è giustificata l’imputata. La cubana ha spiegato di aver deciso di partecipare alla ‘tontina’ perché le servivano i soldi per tornare a casa dalla nonna ormai in fin di vita: “Ho effettuato i versamenti su Postepay ma non avevo nulla che ne attestasse lo scopo. Mi sono convinta che in realtà queste altre nove persone non esistano e che fosse tutto un inganno”. Il rifiuto di restituire i soldi già versati, ha obiettato, era comunque precedente e non successivo alla pubblicazione del post. Anche la questione dei ritardi sarebbe stata una mera scusa addotta dalla sua amica: “Ho pagato in ritardo solo una volta, e al turno successivo avevo versato di mia iniziativa 30 euro in più della quota regolare come penalità”.
 
Il pubblico ministero Alessandro Bombardiere ha chiesto per lei la condanna a tre mesi di reclusione, dal momento che “anziché intraprendere un’azione legale per truffa ha preferito diffamare l’altra su Facebook, provocandole un effettivo danno d’immagine”. Per l’avvocato Stefania Toscano, al contrario, si sarebbe trattato di una mera reazione all’atteggiamento provocatorio dell’amica “che rifiutava non solo di ridarle il posto nella ‘tontina’ ma perfino di restituirle quanto aveva già versato”.
 
Riconoscendo la responsabilità personale di H.C. ma allo stesso tempo la particolare tenuità del reato, il giudice Lorenzo Labate ha infine assolto l’imputata.

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