CUNEO - Addio a Tino Aime, l'artista delle montagne

Si è spento a 86 anni il pittore e scultore cuneese

Fabio Rubero 11/07/2017 16:41

Tino Aime, celebre pittore e scultore cuneese di 86 anni, è morto nella giornata di sabato 8 luglio a Gravere, in provincia di Torino. Un piccolo comune della Val di Susa dove Aime risiedeva da un po' di tempo e dove, sabato 22 luglio, avrebbe dovuto inaugurare la sua mostra personale intitolata "Vorrei dipingere l'aria" che aveva debuttato lo scorso 25 aprile al Castello di Rocca de' Baldi.

Aime, che era nato a Cuneo nel 1931, frequentò la Libera Accademia di Torino ed iniziò ad esporre nel 1963. "Se avessi assecondato le aspettative di mio padre avrei fatto il lattaio. Ma quell’attività, non mi attraeva affatto. Al tempo, uno che si chiamasse Aime, e fosse originario di Roaschia, era predestinato, finiti i tempi dei pastori e delle transumanze, ad avere a che fare con latte e derivati" scrisse di sè.

Macchè lattaio (con tutto il rispetto), artista con la A maiuscola della cui grandezza sono riprova i tanti riconoscimenti che ha ottenuto nella sua lunga carriera. In Italia, ma anche in Francia, Romania e negli Stati Uniti d'America.

Un grande amore, la montagna. "Dopo troppi anni trascorsi a Torino, sono tornato alle mie origini, alle mie montagne. Sono forse uno degli ultimi testimoni di questa montagna dimenticata e attraverso i miei dipinti e le mie finestre, cerco di farla rivivere. Memorie, amori, nostalgie, ricordi, fatiche!

Il legame con la mia terra e le montagne non si è mai allentato, i miei frequenti ritorni nella mia provincia, quella Grande sono sempre accompagnati dall’emozione. Non mi sento di allontanarmi «da casa», ma di «andare a casa». Ogni qual volta vado a Cuneo seguendo i sentieri della memoria (Gino Giordanengo), faccio una capatina alla Madonna degli Angeli dove ho trascorso parte della mia infanzia. Nella chiesa mi siedo nel banco che era del conte, con tanto di targhetta d’ottone, compiendo il «sacrilegio» che allora, in gioventù, sarebbe stato impensabile, e vorrei dirgli: vedi che ho fatto il pittore!"

L'altro grande amore, la pittura. "Ho sempre amato dipingere i luoghi dove l’uomo fatica di più e la vita è più difficile, l’alta Langa (quella di Fenoglio), le lagune e le desolate distese della Camargue dove l’acqua e la terra si fondono (Mistral), le bruciate sierre dell’Andalusia (Garcia Lorca), le mie borgate abbandonate di montagna (Toni Boudrier, Mario Rigoni Stern). Dipingo il mio quotidiano e le mie origini. Dipingo nature silenti, fiori stremati e oggetti dimenticati. Amo incidere, scolpire, accarezzare le pietre, sentire i profumi del legno. La materia mi attrae, ma vorrei anche saper dipingere l’aria...". Sicuramente ora ha imparato a farlo.


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