CUNEO - È ai domiciliari ma i carabinieri non lo trovano in casa: ‘Portavo il cane a fare i bisogni’

I militari l’avevano visto rincasare dopo pochi minuti, ma l’amore per gli animali non è bastato a evitare al cuneese una condanna per evasione

a.c. 10/11/2020 18:48

 
Chi possiede un cane sa quanto sia importante rispettarne le esigenze, a cominciare da quella della passeggiata quotidiana. Peccato che i doveri di un buon padrone di animali possano talvolta sovrapporsi a impegni e imprevisti: nel caso di M.A., giudicato quest’oggi dal tribunale di Cuneo, c’era in effetti un intoppo bello grosso.
 
L’uomo era infatti in stato di detenzione domiciliare, quando nel primo pomeriggio del 10 settembre 2019 i carabinieri erano venuti a bussare alla sua porta per una notifica giudiziaria. Dopo l’arresto in flagranza per il reato di furto, avvenuto appena due giorni prima, era stata fissata l’udienza di convalida. M.A. però non si trovava lì dove sarebbe dovuto essere, ovvero nella sua abitazione del centro di Cuneo.
 
“Nell’alloggio avevamo trovato la sua compagna, la quale ci aveva riferito che M.A. si era allontanato per portare il cane a fare i propri bisogni” ha ricordato uno dei militari intervenuti. Dopo pochi minuti, in effetti, l’imputato era stato visto arrivare dal viale Angeli con l’animale al guinzaglio: “In caserma - ha aggiunto il carabiniere - ci era stato confermato che non era autorizzato a uscire neanche per brevi periodi”.
 
Il pubblico ministero Alessandro Bombardiere ha chiesto per lui la condanna a otto mesi di reclusione, osservando che ben avrebbe potuto affidare alla sua convivente l’incombenza di accompagnare il cane nella sua passeggiata. Per contro la difesa, rappresentata dall’avvocato Giulia Dadone, ha rilevato come “si tratta di un cane difficilmente gestibile da altri e di cui si è sempre occupato il solo M.A. fin da quando era cucciolo”. In sede di convalida dell’arresto, peraltro, il gip Boetti aveva giustificato l’uscita con il cane per quindici minuti al giorno.
 
Il giudice Marco Toscano, accogliendo le richieste dell’accusa, ha comunque ritenuto consumato il reato di evasione condannato l’imputato a otto mesi di carcere.

Notizie interessanti:

Vedi altro