CUNEO - Anche una donna in carcere per l’omicidio del 42enne cuneese alle Canarie

La sospettata avrebbe aiutato il presunto assassino, un pluripregiudicato spagnolo di 39 anni che viveva insieme alla vittima. Non si escludono ulteriori arresti

in foto: Andrea Costa, 42enne vittima dell'omicidio

Andrea Cascioli 19/09/2021 16:44

Proseguono senza sosta le indagini sull’omicidio del 42enne cuneese Andrea Costa, il cui cadavere è stato rinvenuto all’interno di un’auto carbonizzata lo scorso lunedì 13 settembre, sull’isola spagnola di Gran Canaria.
 
Ex operaio Michelin, originario di Confreria, Costa aveva lasciato la Granda nell’ottobre 2020 insieme alla sua compagna. Nell’arcipelago atlantico i due avevano aperto un cannabis club in località Carrizal, “La Guaracha”, ma pochi mesi dopo erano stati costretti a chiudere. Lei, madre di un bambino di 11 anni, aveva quindi fatto ritorno in patria rimanendo in contatto con il marito che nel frattempo si manteneva grazie al sussidio di disoccupazione. Costa divideva un alloggio a Santa Lucía de Tirajana, nel quartiere Cruce de Sardina, con un 39enne spagnolo di nome David José R.P., conosciuto con il soprannome di “el Adoptado”. Pluripregiudicato con trascorsi per rapine e lesioni, “el Adoptado” è un soggetto noto nel vicinato per la sua indole violenta ed era uscito dal carcere solo lo scorso 1 aprile.
 
Sarebbe stato il coinquilino ad assassinare il cuneese, nella notte di venerdì 10 settembre, dopo una violenta discussione i cui contorni non sono ancora del tutto chiari. Gli inquirenti ipotizzano comunque che all’origine del delitto ci sia una lite scoppiata per futili motivi: quella sera stessa Costa, David José e alcuni loro amici erano stati a cena in un ristorante giapponese a San Bartolomé de Tirajana, il Sakura III di Playa del Inglés. Al momento di pagare il conto la compagnia si era dileguata, con l’eccezione dell’italiano che era rimasto nel locale ad attendere le forze dell’ordine e chiarire la sua estraneità. Una volta tornato a Santa Lucía de Tirajana, nell’abitazione al numero 5 di calle Ayagaures, sarebbero esplosi i dissidi con David José che accusava il 42enne di aver “venduto” alla polizia lui e gli altri amici.
 
In base alle testimonianze si è appurato che nell’alloggio erano presenti insieme a loro due almeno altre sei persone, tre uomini e tre donne. Tutti sarebbero stati sotto l’effetto degli stupefacenti. A un certo punto “el Adoptado” avrebbe colpito Costa fino ad assassinarlo, senza che nessuno in casa facesse nulla per fermarlo. Sembra che il 39enne abbia strangolato l’altro uomo con una presa utilizzata nelle arti marziali e nota con il nome di “mata leão”. In seguito avrebbe infilato il corpo nella Lancia Ypsilon di proprietà della moglie della vittima e l’avrebbe abbandonata nella località di Pozo Izquierdo, dandola alle fiamme.
 
Gli investigatori hanno impiegato meno di trenta ore dal momento del ritrovamento per arrivare a identificare il presunto responsabile dell’omicidio. Il pregiudicato, che aveva collaborato con gli agenti durante la prima perquisizione, ha negato di essere l’autore del delitto anche davanti al giudice istruttore. Gli indizi a suo carico sono comunque stati ritenuti sufficienti per giustificarne la permanenza in carcere senza possibilità di cauzione. Nell’interrogatorio di ieri, protrattosi per oltre otto ore fino alle sei del pomeriggio, sono state sentite anche altre sei persone, tra cui l’ex compagna e l’attuale fidanzata del sospettato. Quattro di loro sono indiziate per il tentativo di insabbiamento del crimine, una per sospetta complicità e un’altra per omissione di soccorso.
 
A carico di una presunta complice, identificata come Estefanía A.V., è stata disposta la traduzione in carcere, mentre gli altri sono stati rilasciati. La donna non ha rapporti sentimentali conosciuti con il supposto autore del delitto. Poiché le indagini sono tuttora in corso gli inquirenti non escludono la possibilità di effettuare ulteriori arresti nei prossimi giorni.

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