CUNEO - Ancora aggressioni al carcere di Cuneo, feriti cinque agenti

Tre detenuti stranieri hanno rifiutato la perquisizione in cella, minacciando i poliziotti con le bombolette di gas e prendendoli a calci e pugni. La denuncia dei sindacati

Redazione 25/11/2022 11:35

Si segnalano nuove tensioni ed episodi di violenza nel carcere di Cerialdo. Ieri, 24 novembre, nella prima mattinata il personale di Polizia Penitenziaria si è recato nella sezione detentiva per una perquisizione ordinaria di routine: tre detenuti di nazionalità straniera si sono opposti all’ingresso nella propria cella degli agenti. A nulla è valsa l’opera di persuasione, tanto che i detenuti si sono armati di bombolette di gas utilizzate per i fornellini consentiti in cella, e hanno minacciato ripetutamente i poliziotti che li avrebbero fatti saltare in aria. Successivamente i detenuti hanno preso a calci e pugni i poliziotti presenti. Gli agenti feriti sono stati trasportati al pronto soccorso di Cuneo e sono stati dimessi con una prognosi che va dai tre ai sette giorni, per ferite e escoriazioni multiple.
 
A comunicare quanto accaduto nel penitenziario cuneese le organizzazioni sindacali del comparto sicurezza della Polizia penitenziaria SAPPE, SINAPPE, OSAPP, UILPA P.P., USPP, FSN CISL, C.G.I.L. P.P. F.P e FSA CNPP che ancora oggi sono in stato di agitazione, comunicato alcuni giorni orsono “nel silenzio più totale dell’amministrazione centrale e regionale”. I sindacalisti dichiarano: “La situazione sta divenendo davvero difficile e drammatica in Piemonte soprattutto a Cuneo, Torino e altri istituti penitenziari. È necessario che il personale in occasione di fatti di evidente violenza con uso di armi come i fornellini di gas, usati in modo improprio per ustionare i poliziotti, abbia direttive operative chiare e trasparenti da seguire che prevedano il necessario utilizzo dei mezzi di coercizione e dell'equipaggiamento già in dotazione per fronteggiare tali eventi senza subire tali gratuite lesioni. Il nuovo governo non può non attenzionare questa gravissima e drammatica situazione che deve necessariamente inserire in un piano di emergenza nazionale senza ulteriore ritardo. Invitiamo il ministro Nordio e il sottosegretario a recarsi in Piemonte con urgenza”.

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