CUNEO - Assolto l’ex agente del Consorzio Agrario di Cuneo accusato di appropriazione indebita

In primo grado era stato condannato per un “buco” da 42mila euro nei conti della società. Il verdetto di appello ribalta la sentenza

a.c. 05/10/2022 19:00

Era stato accusato di appropriazione indebita e condannato in primo grado, nel 2019, alla pena di dieci mesi di reclusione e al risarcimento dei danni. Ma il verdetto della Corte d’Appello di Torino ribalta la sentenza nei confronti di M.C., ex agente del Consorzio Agrario di Cuneo.
 
I giudici di secondo grado hanno ritenuto insussistenti le accuse a suo carico, originate da presunte anomalie contabili registrate nel periodo in cui l’imputato era titolare di un’agenzia di vendita in frazione Ronchi. Il Consorzio denunciava ammanchi per 128mila euro, ma ammontano a 42mila quelli che la Procura di Cuneo, sulla scorta delle indagini della Guardia di Finanza, ha ritenuto dimostrati. Secondo le fiamme gialle il rappresentante del Consorzio avrebbe incassato gli importi delle vendite che effettuava presso diversi clienti, senza però versarli nella cassa comune come prevede il contratto. Per mascherare gli ammanchi in magazzino - e allo stesso tempo assicurarsi la provvigione sulle vendite - M.C. avrebbe inoltre “gonfiato” le fatture di alcuni clienti abituali, facendo figurare importi molto superiori a quelli davvero versati dai compratori “ufficiali”. Nell’imputazione si menzionavano circa 150 fatture emesse nell’arco di quattro mesi a inizio 2016 e disconosciute dagli acquirenti. C’era ad esempio il caso di una signora, di professione portalettere, che in negozio aveva comprato 74 euro di mangimi per le galline della madre, e che nell’aula del tribunale ha raccontato di essersi vista presentare dalla Finanza una sbalorditiva fattura da 1600 euro a suo nome. O quello di un agricoltore di Spinetta che recandosi negli uffici del Consorzio aveva scoperto l’esistenza di una serie di fatture a lui intestate, per forniture di concime che non aveva mai ordinato.
 
L’ex agente ha sempre sostenuto la propria estraneità agli addebiti contestati. L’avvocato Alberto Bovetti, suo difensore, ha denunciato in particolare una carenza di elementi probatori: “È stato ritenuto colpevole solo sulla scorta di un giornale di cassa dell’agenzia che non ha nessun valore probatorio. Peraltro questo documento era stato formato successivamente all’interruzione del rapporto di agenzia con il Consorzio. Ritengo che la sentenza di primo grado non abbia letto in modo corretto questo documento e che la Corte d’Appello abbia fatto giustizia”. Nessun accertamento specifico, sottolinea il legale, sarebbe stato svolto riguardo all’esistenza effettiva delle somme di cui M.C. era accusato di essersi appropriato: “Inoltre, esisteva un documento in cui il Consorzio riconosceva l’inesistenza di posizioni creditorie verso l’agente per quelle specifiche somme”.
 
Nessun commento è stato rilasciato dall’avvocato Nicola Dottore che in veste di patrono di parte civile ha rappresentato nel processo le istanze del Consorzio Agrario.

Notizie interessanti:

Vedi altro