CUNEO - Avrebbe picchiato il coinquilino dopo averlo trovato a letto con la fidanzata: a processo un cuneese

L’aggredito, un 28enne originario di un paese limitrofo, aveva in un primo tempo negato tutto. Sua madre afferma però di aver visto le ferite inferte dall’ex amico

a.c. 07/04/2021 20:15

 
Sono innumerevoli nella letteratura e nel mito i racconti che traggono origine dal tradimento d’amore, che si tratti di un sentimento invincibile o di una sola notte di passione: Elena e Paride, Paolo e Francesca, Ginevra e Lancillotto, per citare solo alcuni dei più memorabili. Quello oggi sotto la lente del tribunale di Cuneo ha avuto però un finale molto più prosaico, che ha portato a processo un giovane di Cuneo per un’accusa di lesioni nei confronti di un suo amico e coinquilino.
 
I fatti risalgono a una notte di dicembre del 2018. Rientrando da lavoro, l’imputato aveva sorpreso la fidanzata ventenne a letto con un 28enne originario di un paese del Cuneese, insieme al quale condivideva l’alloggio. La reazione, stando a quest’ultimo, sarebbe stata furibonda: dopo aver sbattuto il contendente contro il muro, il fidanzato tradito avrebbe spezzato il manico di una scopa in alluminio utilizzandolo per menare fendenti e provocando all’altro uomo una vistosa ferita sul fianco sinistro.
 
Per non inguaiare l’amico, il 28enne avrebbe mentito ai sanitari del Pronto soccorso affermando di essersi ferito da solo. La stessa versione l’aveva poi raccontata alla madre: “È tornato a casa dopo aver dormito due notti su una panchina perché il coinquilino l’aveva cacciato. Mi diceva di essersi procurato la ferita cadendo dalle scale ma non ci ho creduto, la ragazza mi ha poi detto la verità” ha spiegato la donna al giudice nell’udienza odierna. La testimone ha aggiunto che l’auto del figlio aveva poi subito ripetuti danneggiamenti, riferibili secondo lei alla contesa amorosa.
 
In tribunale la presunta vittima dell’aggressione ha ammesso di essere stato picchiato, ricostruendo l’intera vicenda. Molto più vaga la testimonianza della ragazza, che ha sostenuto di non ricordare pressoché nulla di quanto accaduto perché ubriaca: “Hanno discusso per causa mia, ma non mi pare di averli visti mettersi le mani addosso” ha riferito. In interrogatorio, tuttavia, la ventenne aveva ammesso di aver visto il suo fidanzato “arrabbiarsi moltissimo con il coinquilino e picchiarlo” e aveva aggiunto che quest’ultimo “in quella situazione le ha solo prese”.
 
La conclusione del processo è fissata per il prossimo 23 giugno.

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