BORGO SAN DALMAZZO - Borgo San Dalmazzo, cadono le accuse di stupro contro un 51enne

L’uomo, alcolista e invalido civile, era stato denunciato per lesioni e violenza sessuale dall’amica con cui conviveva. Il tribunale lo ha assolto con formula piena

a.c. 29/01/2020 18:29

 
Erano stati i medici del Pronto soccorso a confermare il possibile stupro riferito da una donna di 55 anni, all’epoca residente a Borgo San Dalmazzo. “Vai a denunciarlo, prima che ti ammazzi” le aveva consigliato l’ex marito, vedendola segnata e barcollante il mattino dopo. Il figlio aveva addirittura registrato la terribile confessione di sua madre: il racconto di una notte di botte, minacce e perfino una violenza sessuale perpetrata con un cetriolo da parte dell’uomo che la ospitava.
 
“Con lei mi sono sempre comportato da amico, non so perché mi abbia fatto questo. Non avrei avuto nemmeno la forza di aggredirla” ha replicato davanti ai giudici L.D., il 51enne accusato di violenza sessuale e lesioni. Entrambi i protagonisti di questa triste vicenda sono alcolisti cronici in cura al Sert e invalidi civili. Lei vive con una pensione e l’assegno civile dell’ex marito, lui è invalido al 50% e viene seguito dai servizi sociali. La convivenza - priva di risvolti sentimentali - serviva alla donna per assicurarsi un tetto sulla testa e all’uomo per ottenere qualche entrata economica.
 
Questo, almeno, fino alla sera del 30 agosto 2018, quando secondo la convivente L.D. sarebbe rientrato in casa “con una faccia da diavolo”, dopo un incontro con il fratello. Da lì la notte da incubo e le violenze protrattesi fin quasi all’alba che la donna avrebbe in seguito descritto a suo figlio, affermando inoltre che il suo presunto aggressore l’avesse minacciata con un coltello. Il sostituto procuratore Marinella Pittaluga ha chiesto per lui la pena di due anni e quattro mesi, sulla base dei referti ospedalieri oltre che delle dichiarazioni della donna. Alla richiesta si è associata l’avvocato di parte civile Marta Aimar, rimarcando i precedenti penali dell’imputato oltre ai suoi trascorsi di tossicodipendente e alcolista.
 
Dubbi sull’attendibilità della ricostruzione e sulle tempistiche sono stati avanzati invece dall’avvocato difensore Giulia Dadone: “Si descrive un continuum di violenze per tutta la notte, con pause durante le quali l’imputato avrebbe mangiato e bevuto senza che però la presunta vittima cercasse di allontanarsi da casa”. Quanto alle ferite, nei referti non si sarebbero riscontrate lesioni vaginali o sanguinamenti ma solo lividi “spiegabili con le deficienze piastriniche di cui soffre la signora, in quanto soggetto immunodepresso”.
 
Al rientro dalla camera di consiglio, il collegio giudicante presieduto da Marcello Pisanu ha assolto L.D. da entrambe le imputazioni, con la formula dell’insussistenza dei fatti.

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