CUNEO - Botte dal branco dopo la lite al Carrefour di Cuneo, un ventenne è a processo

Il giovane, residente a Chiusa Pesio, è accusato di aver picchiato un coetaneo in discoteca. “Erano una decina, mi hanno rubato il portafoglio” dice l’aggredito

a.c. 08/03/2022 19:00

Non sarebbe stato un pestaggio organizzato da una banda di teppisti, ma una semplice lite tra ragazzi, quella per cui un giovane residente a Chiusa Pesio è finito a giudizio per lesioni.
 
A dirlo è lui stesso, W.B.S., gravato da diversi precedenti di polizia. La Procura lo accusa di aver malmenato un rivale in discoteca, dopo una precedente lite davanti al Carrefour di corso IV Novembre a Cuneo. La presunta vittima dell’azione punitiva, un 23enne rumeno residente a Mondovì, aveva denunciato anche di essere stato derubato del portafoglio dopo che il “branco” l’aveva preso a calci e pugni. Teatro dell’episodio la discoteca Colibrì di Madonna dell’Olmo, dove il 23enne era stato pestato nel marzo di tre anni fa.
 
L’antefatto, ha riferito al giudice, si sarebbe svolto nella stessa serata presso il supermercato, poche ore prima. Qui il giovane, insieme a un amico, aveva incontrato W.B.S. e il suo gruppo: “Il mio amico mi disse che tra loro c’era quello che aveva dato uno schiaffo a un ragazzo della nostra compagnia e che se la prendeva sempre con lui. Io mi sono rivolto a questa persona chiedendogli di smetterla, ma lui ha iniziato a porsi in modo aggressivo e mi ha afferrato gli occhiali, in segno di sfida”. Ne sarebbe seguito un confronto fisico che aveva coinvolto anche l’amico e coetaneo dell’aggredito, raggiunto a sua volta da un ceffone e da un calcio, sferrati da uno dei componenti dell’altro gruppo.
 
Poche ore dopo, il 23enne avrebbe di nuovo incrociato in discoteca il coetaneo maghrebino che aveva avuto un alterco con lui. Da lì sarebbe nato il pestaggio: “Gli aggressori erano una decina. Il giorno dopo quello col cappellino rosso mi ha contattato su Instagram e telefonato, perché aveva saputo che ero andato in ospedale e volevo denunciare. Ci teneva a dirmi che non aveva fatto niente, ma non penso che quello sia il modo in cui si comporterebbe una persona estranea a quanto accaduto”.
 
L’imputato, pur ammettendo l’alterco, ha negato ogni addebito: “Quella sera ero nei pressi del Carrefour con alcuni amici: loro sono entrati nel supermercato, io sono rimasto ad aspettare. Mi sono avvicinato quando ho visto che un ragazzo alto discuteva con loro alle casse e chiedeva di me. Ci siamo trovati a discutere appena usciti fuori, entrambi eravamo alterati. Dopo che mi ha spinto gli ho tolto gli occhiali, poi gli ho dato uno schiaffo quando mi ha spinto di nuovo”. Con quella persona, ha precisato, non c’era mai stato alcun dissapore: “Non volevo farmi mancare di rispetto da uno che neanche conoscevo e che mi urlava insulti davanti agli altri”. Dopo una serata in giro per locali, avrebbe rivisto il rumeno solo mentre veniva portato via dalla discoteca in barella: “Noi eravamo appena arrivati, una volta entrati mi hanno riferito che il ragazzo aveva litigato con un mio amico. Era ubriaco e si erano picchiati, poi ho visto lui venire portato via dal 118 e il mio amico, sporco di sangue, mi ha confermato i fatti”.
 
Il 1 aprile si terrà l’audizione degli ultimi testi e la discussione finale.

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