Si parla di un clima di sopraffazione e degrado nel quale si ripetevano violenze, umiliazioni verbali e punizioni arbitrarie: per dodici operatori di un centro diurno di Cuneo, la cooperativa sociale “Per Mano” di Borgo Gesso, questo ha giustificato il rinvio a giudizio disposto dal gup con l’accusa di maltrattamenti. Il prossimo 16 dicembre compariranno a dibattimento la direttrice della struttura M.B. e la coordinatrice M.C., insieme a un educatore, una psicologa, quattro infermieri e quattro operatori socio sanitari. I fatti contestati sarebbero avvenuti tra il 2014 e l’aprile 2019, ma solo ora si è arrivati al rinvio a giudizio dopo un passaggio di consegne tra pm e una riformulazione del capo d’imputazione originario. Alla coordinatrice e alla direttrice si imputa indifferenza e trascuratezza verso i bisogni essenziali e di cura di quindici ospiti, affetti da autismo associato a patologie psichiatriche: alcuni di loro all’epoca dei fatti erano ancora minorenni (il più giovane è un classe 2006). Tra gli episodi citati c’è un caso in cui un ragazzo sarebbe stato colpito con una scarpa al volto da uno degli infermieri, mentre a un altro la psicologa avrebbe schiacciato i genitali con il ginocchio per contenerne gli impulsi sessuali. Incuria e pressapochismo, sostengono gli inquirenti, anche nel variare a piacere le dosi di psicofarmaci o nell’abbandonare gli ospiti per lungo tempo nella cosiddetta “relax room”, dove venivano accompagnati durante le periodiche crisi di agitazione psicomotoria. C’era però, sostiene l’accusa, chi ci finiva soltanto perché “noiosa”, o chi vi veniva lasciata nuda dopo essersi orinata e defecata addosso. Ai disabili sarebbero state somministrate porzioni di cibo inferiori alle porzioni previste dalla dieta, o anche in cattivo stato di conservazione. In un caso, una ragazza sarebbe stata obbligata a camminare con indumenti sugli occhi, perché aveva la fobia del buio. I vertici della cooperativa sarebbero stati a conoscenza di tutto e anzi avrebbero prescritto al personale, non abbastanza formato per gestire le crisi dei pazienti, di non lasciare segni che avrebbero richiesto di fornire giustificazioni ai familiari. Diversi tra loro sono ora costituiti come parti civili.