BORGO SAN DALMAZZO - Botte e violenze sessuali, la notte degli orrori di una 55enne

I fatti sarebbero avvenuti a Borgo San Dalmazzo, ad opera dell’uomo che la ospitava: a raccogliere la tremenda testimonianza della donna fu suo figlio

a.c. 17/10/2019 20:30

 
Sarebbe stata una notte di tremenda violenza fisica e sessuale quella del 30 agosto 2018 per un’allora 55enne di Borgo San Dalmazzo, che in seguito descrisse al figlio le umiliazioni a cui l’aveva sottoposta l’uomo che la ospitava. Il mattino seguente la donna si era allontanata da quell’abitazione per incontrare il figlio che si era insospettito, vedendola arrivare in pessime condizioni: era sporca e in disordine, camminava a fatica e presentava sul corpo vistosi segni di percosse. “Quello stronzo mi ha picchiata” aveva raccontato riferendosi all’uomo che le aveva offerto alloggio in casa sua. In seguito, sollecitata dal figlio che avrebbe poi registrato la testimonianza con un video sul cellulare, aveva confessato anche il resto: botte, minacce e perfino una violenza sessuale perpetrata con un cetriolo mentre la teneva ferma. Per tutta la notte sarebbe stata tenuta rinchiusa e solo il mattino seguente il suo aguzzino le avrebbe restituito il cellulare e l’aveva lasciata andare, perché sapeva che aveva un appuntamento e forse sperava di non attirare sospetti. Oggi L.D., il 51enne accusato dalla donna, si trova a rispondere di violenza sessuale e lesioni. Sullo sfondo c’è un contesto di profondo degrado e abbandono: entrambi sono alcolisti cronici in cura al Sert e invalidi civili. Lei vive con una pensione e l’assegno mensile dell’ex marito, lui è invalido al 50% ed è seguito a domicilio dagli assistenti sociali anche per altri problemi di salute. La casa in cui vive è un’abitazione fatiscente e isolata del centro storico, senza acqua corrente, ma alla donna era parsa una buona sistemazione. Dopo i ricoveri in comunità, lei avrebbe avuto un tetto e lui qualche sostegno: una convivenza senza risvolti sentimentali, vantaggiosa per tutti e due. Almeno fino a quel giorno. Dopo quello spaventoso racconto, la donna era stata visitata al Pronto soccorso, ricoverata una notte e poi accompagnata in una casa protetta dell’associazione Mai + Sole di Savigliano. In aula il figlio ha sottolineato che quel giorno, a differenza di altre volte, sua madre appariva lucida, anche se molto scossa e spaventata. Oltre al figlio e alle assistenti sociali, un’altra persona conferma la sostanza delle accuse: si tratta del fratello dell’imputato, che vive nella stessa strada a poche centinaia di metri. I rapporti tra i due fratelli sono pessimi, al punto che si è arrivati alle denunce, ma con la donna che viveva in casa di L.D. l’uomo aveva al contrario una relazione di amicizia: “Ci siamo visti per caso in un bar il mese dopo, ha confidato che mio fratello l’aveva picchiata e violentata con un cetriolo. Io sapevo che aveva percosso anche un’altra donna”. In seguito era stato proprio lui a offrire ospitalità alla sua amica, ma lei si era sentita male poco dopo: “Non riusciva a camminare, ho chiamato il 118. In un’altra occasione l’ho accompagnata dai carabinieri: lei mi ha chiesto di cambiare strada perché non voleva passare davanti a casa di mio fratello”. La conclusione dell’istruttoria è fissata al 29 gennaio 2020, con gli ultimi testimoni e la discussione delle parti.

Notizie interessanti:

Vedi altro