BUSCA - Busca, dopo lo sfratto entra con la violenza in casa dei vicini settantenni

Il 40enne, disoccupato, aveva appena perso casa. A farne le spese una coppia di coniugi del palazzo, percossi e minacciati nella propria abitazione

a.c. 19/02/2020 16:30

 
Aveva appena saputo che avrebbe dovuto lasciare il suo alloggio, dopo aver ricevuto lo sfratto. Solo, senza lavoro e in preda a una comprensibile disperazione, pare abbia cercato conforto nell’alcol. Peccato che a farne le spese siano stati due coniugi settantenni domiciliati nello stesso stabile a Busca, che per due volte nella stessa sera del 19 gennaio 2018 hanno dovuto affrontare le pesanti molestie del vicino.
 
B.I., classe 1979, è stato condannato dal giudice Elisabetta Meinardi a dieci mesi di reclusione per tentata violazione di domicilio aggravata, contro i sette richiesti dalla pubblica accusa. “Voleva entrare in casa nostra, prendendo a calci e pugni la porta. Mio marito si opponeva e lui lo ha strattonato” ha raccontato la signora 72enne, aggiungendo che “nel tentativo di dividerli ho ricevuto un colpo in bocca dal vicino”. In quell’occasione c’era stato bisogno dell’intervento di altri due occupanti del palazzo, allarmati dai rumori e dalle urla, per riportare la calma. Dieci minuti più tardi, l’uomo aveva cercato di nuovo di farsi ricevere al piano di sotto: “Ha bussato e gli ho aperto, voleva spiegarsi. È rimasto un bel po’ a parlare, poi sono arrivati i carabinieri che lo hanno riaccompagnato nella sua mansarda”.
 
Per lo spavento, la coppia aveva deciso di trascorrere la notte da un parente. Mentre se ne stavano andando, B.I. si sarebbe rivolto all’altro uomo sulle scale dicendogli “io ho lo sfratto, ma so dove abiti e ti taglio la gola”. I vicini hanno precisato che il 39enne appariva alterato, ma non c’erano mai stati dissidi prima di quella sera: “Si presentava bene, faceva il cuoco. Poi ha perso il lavoro e ha avuto problemi con la compagna. Quando ha saputo dello sfratto ha spaccato tutto nell'alloggio”.
 
“Ha reagito male a una situazione difficile” ha concluso l’avvocato Claudio Demaria, chiedendo le attenuanti e il minimo della pena. Per il pubblico ministero Anna Maria Clemente “poco importa che fosse ubriaco e che avesse ricevuto lo sfratto. I vicini, anziani e con problemi di salute, non erano in condizione di difendersi. Grave la minaccia nei loro confronti perché aveva fondamento”.
 
L’ex cuoco si è risparmiato almeno un’ulteriore denuncia per l’aggressione e le minacce, dato che i vicini non hanno sporto querela: “L’unica cosa che volevamo era non avere più a che fare con lui. Ora abita altrove e non l'abbiamo più visto”.

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