BUSCA - Busca, padre e figlio a processo per l’aggressione dopo un incidente

I due avrebbero tamponato di proposito l’auto davanti per costringere il guidatore a fermarsi. Devono rispondere di lesioni, danneggiamento e violenza privata

a.c. 29/02/2020 13:11


Avrebbero tamponato di proposito l’auto che procedeva davanti a loro, su una strada di San Chiaffredo di Busca, per costringere il guidatore a fermarsi. Dopodiché sarebbe scattata una folle aggressione da cui la vittima si era sottratta solo grazie al sopraggiungere di altri automobilisti che avevano allertato il 112.
 
L’episodio risale alla sera del 24 settembre 2016 ed è costato a due residenti di Tarantasca, C.P. e suo figlio S.P., un processo per lesioni personali, violenza privata e danneggiamento. L’altro automobilista, un cinquantenne di Villar San Costanzo, era stato a sua volta querelato e si è costituito parte civile lamentando una lesione al ginocchio che gli è costata due interventi chirurgici.
 
Dall’istruttoria è emerso che quella sera S.P. era alla guida e stava riaccompagnando a casa il padre C.P., di ritorno da una festa. Dopo il sorpasso della Ford Focus guidata dalla presunta vittima, la Mercedes dei due imputati avrebbe urtato il veicolo facendolo fermare. A quel punto i due avrebbero aggredito l’altro uomo, sbattendolo a terra: C.P. in particolare gli avrebbe stretto le mani al collo inducendo l’altro a mordergli un dito fin quasi a mozzargli la falange, allo scopo di liberarsi.
 
L’uomo si sarebbe difeso anche con un ombrello, finché l’arrivo di altre auto gli aveva dato modo di fuggire. Anche i due occupanti della Mercedes a quel punto si erano dati alla fuga in aperta campagna. Il figlio era rientrato a casa, il padre invece si era recato al Pronto soccorso per farsi medicare il dito, trovando i carabinieri ad attenderlo: “Mio marito e mio figlio erano terrorizzati, sotto shock” ha raccontato la moglie di C.P. nell’ultima udienza. La donna ha aggiunto di aver ascoltato dai due una ricostruzione ben diversa dei fatti: “Erano scappati per i campi dopo che l’altro uomo aveva aggredito mio marito con un ombrello. Temevano anche che stesse chiamando qualcuno a dargli manforte. Il figlio ha cercato di difenderlo”.
 
Due testimoni accorsi sul posto, in una precedente udienza, avevano riferito di aver intravisto nel buio due individui che infierivano su un uomo a terra: uno brandiva un bastone, mentre la vittima gridava “aiuto, questi mi ammazzano”. Il processo è stato rinviato al 24 aprile per l’audizione del perito.

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