Il Covid? “Lo prendono solo i bianchi”. Così una pattuglia della Polizia Ferroviaria di Cuneo si era sentita rispondere da un richiedente asilo ghanese, processato e condannato per resistenza a pubblico ufficiale dopo aver spintonato uno degli agenti sulle scale della stazione.

 

L’uomo, B.A., oggi irreperibile, era stato fermato durante un controllo nell’aprile del 2021. Era il periodo in cui vigeva l’obbligo di indossare la mascherina anche all’aperto e i poliziotti si erano attrezzati per i controlli. Un’opera di “moral suasion”, hanno precisato gli operanti sentiti in aula, tant’è che a chi era sprovvisto di dpi ne veniva offerto uno in dotazione. Ma B.A. non aveva comunque voluto sentire ragioni: “Ha iniziato a urlare dicendo ‘il coronavirus non esiste, solo voi bianchi prendete il coronavirus’. Rifiutava di indossare la mascherina sebbene gliela avessimo offerta” ha spiegato il vicesovrintendente Paolo Airaldi.

 

Alla successiva richiesta di identificarsi, B.A. aveva rifiutato di fornire i documenti e si era allontanato percorrendo la scalinata della stazione. Tutto questo mentre continuava a proferire minacce verso gli agenti con frasi come “lasciatemi uscire altrimenti vi picchio, solo Dio mi dice quello che devo fare”. Il vicesovrintendente Airaldi, che l’aveva raggiunto, era stato afferrato per il polso e fatto cadere dalle scale. Solo a quel punto la pattuglia aveva richiesto l’ausilio di altri colleghi e con non poche difficoltà era riuscita ad accompagnare l’irrequieto viaggiatore negli uffici.

 

È emerso che il soggetto era un richiedente asilo gravato da precedenti di polizia, la cui domanda era stata respinta e che in quel momento era in attesa di conoscere l’esito del ricorso sul riconoscimento della protezione internazionale. “Anche in seguito abbiamo provato a offrirgli la mascherina ma ha rifiutato, perciò è stato sanzionato” ha aggiunto il poliziotto colpito.

 

“Spiace abbia adottato tesi negazioniste per opporsi a un atto d’ufficio” ha osservato il pubblico ministero Raffaele Delpui chiedendo per l’imputato la condanna a sette mesi di reclusione. A conforto della versione fornita dai poliziotti in aula c’erano le dichiarazioni di un teste oculare e le registrazioni delle telecamere. Il difensore, avvocato Gabriella Lupi, si è limitato a rilevare l’incensuratezza dell’uomo e a chiedere il minimo pena.

 

Il giudice Marco Toscano ha condannato il ghanese a quattro mesi e quindici giorni di reclusione con il beneficio della sospensione condizionale.