CUNEO - Camionista investito alla Michelin, due dirigenti accusati di omicidio colposo

Nel 2016 l’investimento mortale di un’autista a Ronchi: ‘Strisce sbiadite e nessuna segnaletica’ contesta la Procura. ‘La vittima era distratta dal telefonino’ ribattono le difese

a.c. 11/02/2020 19:50

 
Il collega che era con lui, un autista di Perugia, si era accorto per primo della tragedia quando ormai non c’era più niente da fare. Avevano appena preso un caffè e stavano attraversando il piazzale della Michelin di Ronchi per tornare ai rispettivi camion: “Ho sentito urlare una prima volta, poi una seconda. Quando mi sono girato ho visto Salvatore incastrato tra il parafango e la ruota del tir che lo stava trascinando”.
 
Così è morto Salvatore Migliore, autotrasportatore 62enne originario di Pisa, investito nel pomeriggio del 7 marzo 2016 e deceduto il giorno seguente dopo un ricovero al CTO di Torino. L’uomo era stato trascinato per otto metri dal veicolo prima che il suo conducente, un camionista polacco, si accorgesse di quanto era accaduto. L’autista dello Scania ha patteggiato una condanna e altrettanto ha fatto il suo datore di lavoro: al camion mancava uno specchietto e un pianale collocato sul cruscotto, secondo gli ispettori, avrebbe ulteriormente limitato la visibilità di chi guidava.
 
La Procura di Cuneo però ritiene che una parte di responsabilità ricada anche sulla Michelin, che non avrebbe adottato tutte le misure di sicurezza necessarie a scongiurare il pericolo di un investimento: “Non c’era alcuna barriera fisica tra le aree destinate ai mezzi pesanti e quelle pedonali. Nessuna cartellonistica stradale indicava la presenza di pedoni e le strisce erano talmente sbiadite da risultare illeggibili” ha testimoniato il funzionario dello Spresal che aveva effettuato i primi rilievi. Per questo ora si trovano a rispondere di omicidio colposo sia l'ex direttore dello stabilimento S.M. che il dirigente G.C., responsabile dei servizi di manutenzione. Irrilevante, secondo l’accusa, il fatto che al momento dell’incidente Migliore stesse attraversando il piazzale fuori dalle strisce e fosse forse distratto dal suo telefonino. Circostanza, quest’ultima, ipotizzata anche dal collega che era con lui in quel momento: “Quando siamo usciti dal punto di ristoro aveva il cellulare in mano e leggeva un messaggio. In seguito però l’ho perso di vista”.
 
L’autotrasportatore ha confermato che Migliore era già stato a Ronchi parecchie volte in passato e conosceva la zona. A domanda dei difensori Alessandro Ferrero e Giovannandrea Anfora, il teste ha detto di credere possibile - pur senza esserne certo - che la Michelin gli avesse consegnato una brochure informativa sulla sicurezza. L’opuscolo conteneva tra l’altro un divieto espresso di utilizzare il telefono camminando e prescriveva di “rispettare strettamente le indicazioni di viabilità e della segnaletica interna”.
 
Già dal 2013 le tracciature stradali erano state esternalizzate dalla Michelin a una ditta esterna, ha segnalato l’ispettore Spresal: “Le strisce pedonali rifatte solo quattro mesi prima vennero trovate in fase di cancellazione già nel settembre successivo”. Altre modifiche erano state imposte a seguito della tragedia, con la creazione di un’area di manovra destinata ai soli mezzi pesanti e separata dai percorsi pedonali.
 
Al termine dell’udienza, il processo è stato rinviato al 3 marzo per ascoltare altri testimoni convocati dal sostituto procuratore Giulia Colangeli.

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