CARAGLIO - Caporalato a Caraglio, tutti in libertà gli indagati della Europoll

Disposta la revoca dei domiciliari anche per l’amministratore delegato dell’azienda e due collaboratori. In loro sostegno la lettera firmata da 81 dipendenti

a.c. 28/01/2022 15:37

Sono in libertà da ieri, giovedì 27 gennaio, anche gli ultimi tre dei cinque indagati per caporalato nell’ambito dell’inchiesta sulla Europoll di Caraglio.
 
All’esito dell’incidente probatorio proposto dalla Procura, il gip Cristiana Gaveglio ha disposto la revoca degli arresti domiciliari per Roberto Costamagna (47 anni, caragliese), amministratore delegato dell’azienda, Marian Catalin Taga (36 anni, rumeno residente a Caraglio), responsabile della produzione, e Luca Astesano (33 anni, di Venasca), responsabile amministrativo. Costamagna e Taga erano stati incarcerati lo scorso 7 dicembre, mentre a carico di Astesano e di altri due soggetti, un 49enne dipendente della Europoll (ivoriano residente a Caraglio) e un consulente del lavoro 57enne di Savigliano, erano stati disposti gli arresti domiciliari. Per il consulente la misura era stata poi convertita nell’obbligo di dimora dopo l’interrogatorio di garanzia.
 
L’operazione era stata condotta dalla Squadra Mobile della Questura di Cuneo e coordinata dal sostituto procuratore Marinella Pittaluga. Si procede per le ipotesi di intermediazione illecita e sfruttamento della manodopera, ovvero le fattispecie previste dalla legge contro il caporalato varata nel 2016. Dalle indagini, secondo quanto trapelato finora, sarebbe emersa l’esistenza di turni di lavoro da 14-16 ore, con pause e ferie ai dipendenti della macelleria non pagate e parte degli stipendi saldati in nero. Ma anche minacce di licenziamento per chi protestava o si rivolgeva ai sindacati. Accuse respinte dagli indagati e dai loro legali, i quali fanno notare che nessun lavoratore è mai stato allontanato e che le uniche anomalie nelle retribuzioni riguardavano gli straordinari, pagati come “premi”.
 
L’azienda fondata nel 1947 da Giacomo Costamagna, nonno dell’attuale amministratore, è da oltre settant’anni una storica realtà dell’allevamento avicolo in provincia, attiva anche in altre regioni del Nord e del Centro Italia. Conta all’incirca 160 dipendenti, per la maggior parte stranieri: 81 tra loro, a seguito dell’inchiesta, hanno sottoscritto una lettera nella quale si dicono “disposti a testimoniare in ogni sede” sulla corretta gestione del personale da parte dei vertici.

Notizie interessanti:

Vedi altro