CERVASCA - Cervasca, 30enne a processo per maltrattamenti contro la compagna

Secondo la donna i problemi con lei e il figlio piccolo sarebbero cominciati a causa dell’abuso di stupefacenti

a.c. 09/12/2019 17:44

 
Mesi di litigi, insulti e anche aggressioni fisiche. Finché lei, una 28enne originaria di Torino, non ne ha potuto più e ha lasciato insieme al figlio la casa in cui conviveva da tre anni con il compagno S.R., un artigiano 30enne, difeso dall’avvocato Omar Blanc nel processo per maltrattamenti in famiglia.
 
La convinzione della donna è che a rovinare la relazione con quello che credeva essere l’uomo della sua vita, conosciuto qualche anno prima su Facebook, sia stata la droga: “Nei primi anni di convivenza le cose andavano bene, anche dopo la nascita di nostro figlio. Lui però aveva cominciato a uscire di casa sempre più spesso ed era nervoso, finché una sera, a inizio 2017, l’ho trovato a sniffare cocaina in bagno”.
 
Una dipendenza con cui il compagno avrebbe rifiutato di confrontarsi, diventando anzi aggressivo nei confronti di lei: “A partire da quel momento il nostro rapporto è cambiato. Mi insultava quasi ogni giorno dandomi dell’obesa, offendeva i miei genitori davanti al bambino. Quando gli ho detto che sarei tornata da mia madre se le cose non fossero cambiate, ha minacciato di ammazzarmi”.
 
Dalle parole grosse si sarebbe passati ai fatti, almeno in un paio di occasioni. Una prima volta in estate, quando l’uomo - arrabbiato per non aver trovato il pranzo in tavola - avrebbe lanciato un coltello verso il divano sul quale la compagna stava giocando con il bambino, provocandole un taglio. Pochi giorni prima di Natale, in quello stesso anno, un’altra discussione degenerata in atti violenti avrebbe convinto la giovane ad abbandonare l’abitazione comune: “Lui mi scriveva, promettendomi un nuovo inizio. Sono tornata dopo tre settimane ma non è cambiato nulla: dopo pochi giorni sono ricominciati gli insulti, le assenze continue, i rientri a casa ubriaco o strafatto di cocaina”.
 
Circa un anno dopo, a febbraio 2018, un’ultima esplosione di rabbia avrebbe convinto la donna a mettere fine una volta per tutte a quella convivenza: “L’ho visto rientrare barcollante, mentre giocavo col bambino. Diceva di essersi fatto di morfina e ha preso a pugni il box della doccia, poi ha iniziato a urlare contro nostro figlio dicendogli che doveva smettere di stare sempre con la madre e mi ha aggredita”. La ragazza sarebbe riuscita a scappare per le scale insieme al bambino, scrivendo a sua madre perché avvisasse i carabinieri. Poi la denuncia e la scelta, questa volta definitiva, di chiudere la relazione. “Per un periodo sono continuati i litigi e le minacce, ora invece non ci sentiamo più se non per i suoi incontri con il figlio” afferma l’ex compagna, aggiungendo: “Ho deciso in seguito di rimettere la querela, ma solo per il bene del bambino”.
 
Il procedimento per maltrattamenti, tuttavia, andrà avanti d’ufficio. Il processo è stato rinviato al 20 aprile 2020 per ascoltare i testimoni rimanenti.

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