Cinque imprenditori e tecnici sono indagati per la morte di Petru Vintila, il 54enne rumeno morto nel crollo di un muro su un cantiere di Limone Piemonte, lo scorso 23 settembre. L’uomo, operaio edile residente a Torino, lavorava alla costruzione di una nuova baita che sostituirà il bar Laghetti, nei pressi dell’arrivo della telecabina Severino Bottero sulle piste della Riserva Bianca. Si tratta di lavori che la Lift, gestore degli impianti di risalita limonesi, aveva affidato a un’impresa esterna. L’autopsia ha confermato il decesso per trauma da schiacciamento, mentre per chiarire la dinamica dell’evento la Procura ha nominato un consulente tecnico. L’accertamento irripetibile si svolgerà il prossimo 9 ottobre, alla presenza anche dei periti nominati dalla difesa. Nel registro degli indagati figurano il committente e il progettista, assistiti dall’avvocato Alberto Leone del foro di Cuneo, insieme al titolare dell’impresa appaltatrice e al capocantiere - che hanno nominato a rappresentarli l’avvocato Francesco Crimi del foro di Torino - e al coordinatore per la sicurezza assistito dall’avvocato Nicola Menardo dello studio Weigmann di Torino. Anche la famiglia della vittima, che lascia la madre e la sorella, ha nominato un legale nella persona dell’avvocato Alessandra Lentini di Torino. La Procura di Cuneo ha rilasciato il nulla osta per i funerali dell’uomo. Vintila è la nona vittima del lavoro in provincia in questo 2025: l’incidenza della mortalità nei primi sei mesi, certifica l’osservatorio Vega, supera la media nazionale e colloca il Piemonte - con 40 morti - tra le regioni con un livello di rischio arancione. Cuneo è la seconda provincia, dopo Verbania, per livelli di rischio in rapporto alla popolazione occupata.