CUNEO - Colpiti da misure cautelari, riscuotevano il reddito di cittadinanza

Due processi in corso a Cuneo contro altrettanti beneficiari. Uno era sottoposto all’obbligo di firma, l’altro all’allontanamento dal comune e dalla sua ex compagna

a.c. 18/10/2022 17:59

Tra le condizioni che impediscono di ricevere il reddito di cittadinanza c’è la sussistenza di misure cautelari in capo al richiedente. In altre parole, non solo chi si trova in carcere o ai domiciliari, ma anche chi è sottoposto all’obbligo di firma o a divieti emanati dall’autorità giudiziaria non può vedere accolta la sua domanda: lo stesso vale per i componenti del nucleo familiare. Qualora l’erogazione sia già in corso, verrà sospesa per la durata del provvedimento.
 
Questo requisito di “onorabilità” ha messo nei guai due cuneesi, M.N. e M.G., accusati di aver truffato l’Inps perché nel presentare la domanda per il reddito avevano omesso di menzionare i provvedimenti a loro carico. Nel caso di M.N., si tratta di un obbligo di firma, disposto dal giudice dopo un arresto nell’agosto del 2020. In quello di M.G., di un allontanamento dal comune a seguito della denuncia presentata contro di lui dalla ex compagna. Entrambi sono ora imputati davanti al tribunale di Cuneo, in due diversi procedimenti.
 
Gli accertamenti a carico di M.N. erano stati effettuati dai carabinieri di Cuneo nel giugno del 2021. Era emerso che il soggetto percepiva il reddito di cittadinanza dal dicembre precedente, quando era già sottoposto all’obbligo di firma. La domanda era pervenuta all’Inps attraverso il patronato dell’Acli: l’operatore che la compilò e la fece firmare al richiedente ha precisato di avergli chiesto “se nel nucleo familiare ci fossero persone in carcere o agli arresti domiciliari”, ma la difesa di M.N. sostiene che l’uomo abbia equivocato e che non fosse al corrente del fatto che tra le condizioni ostative figurasse anche l’obbligo di firma. Il 20 marzo del prossimo anno sarà l’imputato stesso a risponderne.
 
Nel procedimento contro M.G. si discute invece di un controllo avviato dalla Guardia di Finanza nel settembre 2021 per una domanda che l’imputato aveva presentato due anni prima. La domanda per il reddito era stata sottoscritta nell’aprile del 2019, seguita da un’integrazione a settembre: in agosto, però, il beneficiario era stato colpito dall’obbligo di allontanamento. In totale, secondo le fiamme gialle, avrebbe percepito in maniera indebita 6800 euro. Il 24 novembre è previsto il completamento dell’istruttoria a suo carico.

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