BOVES - Colpo di scena nell’inchiesta sul delitto Nada Cella: ritrovata la borsetta della vittima

La segretaria chiavarese venne uccisa nel 1996, nello studio del commercialista per cui lavorava. Oggi è indagata per l’omicidio una donna che vive a Boves

a.c. 01/06/2022 18:14

Un nuovo sviluppo nell’inchiesta sul delitto di Nada Cella è stato reso noto nelle ultime ore. Si tratta del ritrovamento della borsetta che la vittima, una segretaria 24enne uccisa il 6 maggio 1996 a Chiavari, portava con sé il giorno dell’omicidio.
 
La borsa conteneva la carta d’identità, il libretto di lavoro e l’orologio della giovane ed era già stata analizzata dai tecnici della Polizia Scientifica ventisei anni fa. Ora, però, sono in corso le analisi sui reperti che la Squadra Mobile di Genova ha inviato al laboratorio di genetica, dopo la riapertura del fascicolo: uno sviluppo investigativo propiziato dai nuovi elementi raccolti dalla criminologa Antonella Delfino Pesce e dall’avvocato della famiglia Cella, Sabrina Franzone.
 
L’unica indagata è la 53enne Annalucia Cecere, all’epoca residente a Chiavari: la donna, che conosceva sia la vittima che il suo datore di lavoro, si trasferì pochi mesi dopo l’omicidio a Mellana di Boves, dove vive tuttora con la famiglia. Secondo gli inquirenti avrebbe agito d’impulso per gelosia, vedendo nella segretaria una rivale in amore: anche il datore di lavoro della vittima, Marco Soracco, è indagato insieme all’anziana madre per favoreggiamento. Si ritiene infatti che abbia taciuto su alcuni aspetti del suo rapporto con l’indagata.
 
Poche settimane fa la madre di Nada, Silvana Smaniotto, ha ritrovato la borsetta nella soffitta della casa di famiglia ad Alpepiana, nell’entroterra chiavarese. Il reperto è stato inviato al genetista Emiliano Giardina che sta conducendo le analisi sul Dna: la pubblicazione dei risultati era stata annunciata per fine maggio, ma il consulente ha fatto sapere che sarà necessaria un’ulteriore proroga di un paio di settimane.

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