CUNEO - Condannata un’aspirante docente: dichiarò titoli falsi nella graduatoria scolastica

L’imputata si era candidata per la classe di scienze giuridiche al Bonelli di Cuneo. In seguito avrebbe svolto una supplenza in un istituto di Bra

a.c. 28/09/2021 16:45

 
Al giudice ha raccontato di aver risposto a una telefonata dall’ITC Bonelli di Cuneo, nella quale le chiedevano conto dei titoli che aveva dichiarato per l’inserimento nella graduatoria scolastica. Lei, aspirante docente nella classe di scienze giuridiche, li aveva inoltrati via mail: “Poi non ho più saputo nulla, ma mi sono vista depennare dalle graduatorie di seconda fascia e ho fatto ricorso. Mi sarei aspettata una chiamata o una contestazione per iscritto che mi permettesse di chiarire”.
 
Invece si è vista arrivare a casa la denuncia per falso ideologico e poi il decreto di rinvio a giudizio, dopo la segnalazione pervenuta all’autorità giudiziaria dall’istituto ragionieri. M.A.A., classe 1970, risiede a Priverno in provincia di Latina e aveva indicato il Bonelli come scuola capofila presentando la domanda per ottenere una cattedra. Avrebbe in seguito svolto una supplenza in un altro istituto a Bra.
 
I fatti per cui è finita a processo risalgono all’anno scolastico 2017/18. La Procura le contestava in particolare di aver dichiarato il conseguimento di un master sui contratti pubblici della durata di 1500 ore presso l’università degli studi di Cassino. Interpellati sulla circostanza, gli uffici dell’università hanno fatto sapere che M.A.A. non aveva mai conseguito quel titolo, pur avendo invece frequentato un corso universitario da 500 ore: i crediti riconosciuti erano pari a 5 anziché i 60 indicati e avrebbero quindi modificato in maniera sostanziale il punteggio attribuito in graduatoria alla candidata. Altro supposto illecito riguarda un periodo di servizio prestato presso la scuola elementare don Milani di Pontinia (Lt). L’imputata asseriva di aver assunto qui una docenza della durata di trenta giorni. Alla scuola, però, risultava che avesse svolto solo corsi extracurricolari pomeridiani che non danno diritto a un punteggio.
 
“Non ho mai dichiarato di aver fatto un master di 1500 ore e 60 crediti, ho solo scritto ‘master’ - si è giustificata l’aspirante prof -. È chiaro che l’università di Cassino abbia risposto che non aveva mai effettuato quel master, la richiesta avrebbe dovuto essere rivolta all’Anci”. Era stato questo ente, infatti, a organizzare i corsi tenuti dal professor Enrico Michetti, esperto di diritto amministrativo e attuale candidato sindaco del centrodestra a Roma. Quanto al periodo di servizio a Pontinia, l’imputata ha spiegato di non aver menzionato lo svolgimento di 18 ore settimanali ma solo la durata del periodo in cui aveva tenuto il corso.
 
Argomentazioni che tuttavia non hanno convinto il pubblico ministero Rosa Alba Mollo, che ha chiesto una condanna a sei mesi: “Come ha ammesso lei stessa si trattava di un corso e non di un master: un master è un corso di alta specializzazione da migliaia di euro che ‘vale’ almeno sei esami universitari, chiunque presenti una domanda per la scuola conosce la differenza”. Il difensore, avvocato Mario Vittorio Bruno, ha distinto invece tra il significato “giuridico” e quello comune del termine: “Per il vocabolario un master è un generico ‘corso universitario post-laurea’. La dottoressa M.A.A. ha incluso la stessa dizione che spende sul suo curriculum il professor Michetti ed è una definizione ripresa anche dal bando che aveva pubblicizzato questo corso”.
 
Il giudice Giovanni Mocci ha infine condannato l’imputata a due mesi di reclusione.

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