BOVES - Condannato a 79 anni perché teneva un coltello in auto

L’anziano era stato fermato con la compagna perché sospettato di furti ai santuari di Mellana e Fontanelle. In aula si è giustificato: “Mi serve per sbucciare frutta”

Immagine di repertorio

a.c. 21/10/2022 18:01

Viaggiava sulla sua auto con un coltello, assieme alla sua compagna: per questo un 79enne e una 75enne si sono trovati a processo con l’accusa di porto d’armi.
 
R.D., classe 1943, e la compagna L.B., classe 1947, entrambi italiani di origine sinti, erano stati fermati da una pattuglia dei carabinieri di Borgo San Dalmazzo nell’ottobre del 2019. Il controllo era scattato a seguito di una segnalazione che li indicava come possibili autori di un furto nel santuario della Mellana e di un tentato furto al santuario di Fontanelle a Boves: anche l’auto di proprietà di R.D. era stata notata nel giugno precedente, quando due persone erano state viste armeggiare nelle cassette delle offerte presso la chiesa della Madonna della Medaglia Miracolosa. Per entrambi gli episodi però la Procura aveva disposto l’archiviazione, lasciando cadere le accuse a carico dei due anziani.
 
Nell’auto i carabinieri avevano rinvenuto tuttavia un coltello con una lama seghettata di una decina di centimetri, insieme a una bomboletta di gas urticante, a vari oggetti che ritenevano idonei a scassinare (forcine per capelli, tagliaunghie, pinzette per ciglia), all’involucro di un ovetto Kinder contenente una sostanza collosa e a due portafogli con parecchi spiccioli all’interno. “Non si è potuto dimostrare comunque che fossero provento di furto” ha spiegato il vicebrigadiere Valenti. A bordo, ha aggiunto il militare, non avevano rinvenuto né resti di cibo né scorze di frutta.
 
Quest’ultima osservazione è importante perché l’imputato, in tribunale, ha giustificato il possesso del coltello con la necessità di sbucciare la frutta: “Il coltello era in vista, non nascosto. Sono diabetico e devo mangiare spesso, anche al momento del controllo tenevo in auto borse di pesche e mele”. L’argomentazione non ha convinto il pubblico ministero che ha domandato per entrambi la condanna a 4 mila euro di ammenda: “Per evitare crisi ipoglicemiche è molto più semplice tenere una caramella o una bustina di zucchero in tasca” ha osservato il procuratore Anna Maria Clemente. La difesa ha contestato in primo luogo le accuse rivolte a L.B., la compagna del proprietario dell’auto, dal momento che R.D. aveva dichiarato da subito di aver portato con sé l’oggetto: “Quale offensività potrebbe avere un coltello da cucina? Di sicuro non possiamo collegarlo a ipotesi di furto o tentato furto”.
 
All’esito dell’istruttoria, il giudice Giovanni Mocci ha condannato il solo R.D. a 100 euro di multa, assolvendo invece L.B. perché il fatto non sussiste.

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