CUNEO - Condannato l’autore dell’“evasione lampo” da Cerialdo

Il 32enne Daniele Bedini è accusato di due omicidi. Il 9 agosto era fuggito dal carcere di Cuneo scavalcando una recinzione, ma era stato ritrovato su un treno

in foto: Daniele Bedini, autore dell'evasione dal carcere di Cuneo

Andrea Cascioli 19/08/2022 18:00

Un’evasione durata poco più di mezzora è costata una condanna a tre anni e due mesi al 32enne Daniele Bedini, protagonista di una rocambolesca fuga dal carcere di Cerialdo lo scorso 9 agosto.
 
Bedini, falegname originario di Carrara, sta scontando una pena per rapina e da giugno è accusato inoltre di aver commesso due omicidi a Sarzana, in Liguria. Già il 14 luglio, mentre era recluso a La Spezia, aveva tentato di evadere con una corda fatta di asciugamani e lenzuola che non aveva però retto il suo peso: subito bloccato dalle guardie, era stato trasferito nel penitenziario di massima sicurezza di Cuneo il 25 luglio. Anche nel nuovo carcere il detenuto aveva messo in atto un piano di fuga, questa volta riuscito, arrampicandosi a mani nude su una recinzione durante l’ora d’aria e dileguandosi nei campi.
 
Appena mezzora dopo la fuga, tre carabinieri in borghese lo avevano fermato in stazione a Cuneo. Si trovava su un treno diretto a Fossano: di fronte ai militari l’evaso non aveva opposto resistenza né parlato. Oggi, venerdì 19 agosto, è arrivata per lui la sentenza di condanna in abbreviato: tre anni e due mesi di detenzione, più la declaratoria di abitualità nel delitto che comporta la permanenza in casa lavoro come misura di sicurezza a fine pena.
 
Dopo l’evasione Bedini è stato sottoposto al regime di massima sorveglianza, guardato a vista. Proseguono nel frattempo le indagini riguardanti la morte di Nevila Pjetri, prostituta 35enne albanese, e Carlo Bertolotti, alias Camilla, transessuale di 43 anni. Pesanti gli indizi a carico del falegname raccolti finora dagli inquirenti: oltre al Dna delle vittime e a una scarpa sul suo furgone, in casa del sospettato sono stati ritrovati i documenti di Bertolotti. A inchiodarlo anche le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona che hanno ripreso i movimenti del suo pick up, registrando il suono degli spari, e immortalato Bedini mentre tornava a casa e si liberava dei vestiti insanguinati e della targa dell’auto della transessuale.

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