CUNEO - Coronavirus, in provincia di Cuneo il 'picco' è stato raggiunto il 25 aprile

Quel giorno i positivi nella Granda erano 1.709, oggi sono 270: lunedì 15 giugno per la prima volta 'doppio zero' alle voci 'nuovi casi' e 'decessi'

Andrea Dalmasso 16/06/2020 11:24

Ieri, lunedì 15 giugno, per la prima volta dall’inizio dell’emergenza Coronavirus, la provincia di Cuneo ha fatto registrare un doppio zero alle voci “nuovi casi” e “decessi”. Sempre ieri, per la prima volta dal 7 marzo scorso, la Regione non ha registrato decessi di pazienti positivi sul territorio piemontese. Due giorni fa la Regione stessa aveva disposto la chiusura dell’Unità di Crisi aperta la scorso febbraio per affrontare l’emergenza sanitaria. Segnali di luce in fondo al tunnel della pandemia, simboli confortanti di un lento ritorno verso la normalità. Mentre la situazione continua gradualmente ma costantemente a migliorare, ci si può permettere, pur tenendo alta la guardia, di tirare idealmente il fiato e guardarsi indietro, tracciando un primo bilancio di questi mesi complicati che hanno stravolto le vite di tutti.
 
Era il 22 febbraio quando il primo caso ufficiale di Coronavirus veniva registrato in Piemonte: si trattava di un quarantenne torinese, ricoverato all’ospedale “Amedeo di Savoia” di Torino, che aveva contratto il virus entrando in contatto con il ceppo lombardo. Due giorni prima il “paziente uno” Mattia Maestri era risultato positivo al tampone all’ospedale di Codogno, mentre più di tre settimane prima, il 29 gennaio, una coppia di nazionalità cinese era stata ricoverata allo “Spallanzani” di Roma: nonostante questo in pochi, allora, ritenevano concreto il rischio che il virus dilagasse anche in Italia. Meno di venti giorni più tardi, invece, il paese sarebbe stato dichiarato “chiuso per Coronavirus”.
 
A livello regionale il “picco”, il giorno di maggior diffusione rilevata del virus, è arrivato il 2 maggio: quel giorno i positivi al Covid-19 sul territorio piemontese erano 18.229. La provincia di Cuneo, nella quale il primo caso ufficiale fu certificato il 6 marzo (il 10 marzo il primo decesso), aveva invece iniziato la sua discesa alcuni giorni prima, raggiungendo l’apice della curva degli “attualmente positivi” già il 25 aprile, quando i contagiati nella Granda erano 1.709. Dati che evidenziano il ritardo dell’epidemia piemontese e cuneese rispetto a quella nazionale: il picco in Italia è stato raggiunto il 19 aprile, con 108.257 positivi sul territorio nazionale. Oggi, 16 giugno, i contagiati sul territorio nazionale sono 25.909, in Piemonte sono 4.488, in provincia di Cuneo 270.
 
Un altro dei parametri che abbiamo imparato a conoscere in questi mesi, uno dei più rilevanti tra quelli da monitorare, è quello dei ricoveri in terapia intensiva. Sotto questo profilo il giorno di maggior pressione sul sistema sanitario piemontese è stato il 31 marzo, quando i pazienti in rianimazione nella nostra regione erano 458 (oggi sono 28). A livello italiano il momento più critico sarebbe arrivato pochi giorni dopo, il 3 aprile, con 4.068 persone ricoverate in terapia intensiva (oggi sono 207). Per quanto riguarda i ricoveri ordinari, il Piemonte ha invece raggiunto il picco il 15 aprile, con 3.406 pazienti ospitati in strutture ospedaliere: oggi sono scesi a 517. In Italia la maggior pressione sul sistema sanitario, da questo punto di vista, è stata raggiunta il 4 aprile con 29.010 persone ricoverate. Anche il dato dei ricoveri ordinari, insomma, evidenzia il ritardo del Piemonte rispetto alla situazione nazionale, mentre quello relativo alle terapie intensive va invece in controtendenza, con la nostra regione che ha raggiunto il punto più critico in anticipo rispetto a quanto avvenuto a livello italiano.
 
Significativo dell’impatto della pandemia sulla vita della popolazione anche il dato delle persone poste in isolamento domiciliare precauzionale dopo aver avuto contatti con pazienti positivi. Il numero massimo in Piemonte è stato raggiunto il 2 maggio con 13.052 persone in quarantena: oggi sono 2.059. A livello nazionale il picco era stato raggiunto quasi due settimane prima, il 20 aprile: quel giorno in Italia risultavano in isolamento precauzionale 80.758 persone. 
 
Dal punto di vista dell’incremento giornaliero di casi e decessi i giorni più bui per il Piemonte sono stati quelli a cavallo tra la fine di marzo e la prima parte di aprile. Il 28 marzo il giorno con più deceduti tra i positivi, 102, il 10 aprile quello con il più alto dato dei nuovi contagi, ben 950 in sole 24 ore. In provincia di Cuneo il giorno con più nuovi casi rilevati è stato il 13 aprile (+145), quello con più nuove vittime registrate il 10 maggio (19 decessi comunicati all’Unità di Crisi, non è noto quanti effettivamente avvenuti in quel giorno). Dati, ancora una volta, “ritardati” rispetto a quelli nazionali: in Italia il giorno con più decessi è stato il 27 marzo (969), quello con il maggior incremento di casi il 21 marzo (+6.537). 
 
Oggi, a circa due mesi dalla fase più critica della pandemia, tutti gli indicatori lasciano ben sperare: ieri in Piemonte sono stati rilevati 2 nuovi positivi su un totale di 1.229 tamponi, con il rapporto tra test effettuati e contagi rilevati mai così basso dall’inizio dell’emergenza (un caso ogni 614 esami virologici eseguiti). “Non vuol dire che siamo fuori pericolo e certamente bisogna tenere alta la guardia per non vanificare i risultati fin qui raggiunti, tuttavia la situazione è sotto controllo”, ha commentato l’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi. Insomma, pur tenendo bene a mente l’importanza delle misure preventive che ancora oggi (e ancora per almeno qualche mese) vanno seguite, si può senz’altro affermare che per il Piemonte e per la Granda, al momento, il peggio sembra passato.
 

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