CUNEO - Cuneo, appiccò il fuoco a un self service dopo il furto: condannato un maghrebino

Cinquemila euro di danni per il rogo a “La Meridiana”. Il ladro avrebbe cercato di “confondere le acque” perché temeva di aver lasciato impronte

a.c. 29/03/2022 19:35

I vigili del fuoco erano accorsi in via Fratelli Ramorino all’alba del 21 novembre di due anni fa, un sabato mattina. Allertati da una residente, che intorno alle ore 6,30 aveva visto fuoco e fumo uscire dai locali del self-service La Meridiana, storico esercizio commerciale di Cuneo vecchia.
 
Ai pompieri era bastato poco tempo per capire che quel rogo aveva un’origine dolosa. Si pensava all’azione di un gruppo di balordi, forse semplici teppisti, introdottisi all’interno per rompere bottiglie e devastare gli arredi. Alcuni testimoni avevano parlato anche di un forte vociare, fatto che aveva spinto a ipotizzare la presenza di più persone. Su questa circostanza nemmeno le successive indagini avevano potuto fornire riscontri, ma dopo mesi di lavoro i carabinieri erano giunti all’individuazione del presunto responsabile.
 
A carico di S.A., cittadino marocchino oggi 33enne, pesavano diversi riscontri. Anzitutto il rinvenimento di un cellulare vicino al registratore di cassa, con la torcia ancora accesa. S.A. era la persona che aveva in uso il telefonino e che avrebbe sottratto anche un cellulare di servizio del ristorante, poi recuperato dai militari grazie alla convivente del sospettato. L’incendio si era sprigionato da due diversi inneschi, uno individuato vicino al registratore di cassa e l’altro nei pressi di una porta, forzata dall’esterno. Si era ipotizzato che il ladro avesse cercato di dar fuoco al registratore di cassa, perché preoccupato dall’eventualità di aver lasciato impronte. La situazione gli sarebbe però sfuggita di mano, costringendolo a una fuga precipitosa.
 
Un sopralluogo aveva evidenziato l’ammanco di denaro contante in cassa e il furto di diversi oggetti personali dagli armadietti dei dipendenti. Appena 150 euro, all’incirca, i contanti sottratti, a fronte però di un danno che il titolare del self-service ha quantificato in 5mila euro. Il pubblico ministero Alessandro Borgotallo aveva chiesto per S.A. la condanna a cinque anni e sei mesi di carcere per entrambi i capi d’imputazione. Il giudice Elisabetta Meinardi ha condannato l’imputato a due anni e otto mesi, più 1280 euro di multa, per il solo furto, ritenendo l’incendio insussistente come ipotesi di reato autonoma.

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