CUNEO - Cuneo, otto anni di carcere per il ladro seriale incastrato dai Ris

Una traccia di sangue trovata in una casa svaligiata ha messo gli inquirenti sulle tracce del “topo d’appartamento” georgiano, in trasferta da Napoli

a.c. 21/06/2021 20:01

 
Otto anni e quattro mesi per un furto in appartamento: è la pena comminata dal giudice Marcello Pisanu al 36enne Gurami Alborishvili, georgiano residente a Napoli, con plurimi precedenti.
 
Una condanna severa ma motivata dalle aggravanti contestate all’imputato, che al momento si trova detenuto nel carcere di Poggioreale. L’uomo è stato individuato come autore di un furto in appartamento commesso a Cuneo, in via Ghedini, nel settembre di due anni fa. A presentare denuncia era stata la proprietaria che aveva trovato la porta d’ingresso bloccata e forzata al suo rientro in casa: l’abitazione era sprovvista di antifurto ma aveva un cane da guardia. Il ladro aveva portato via quasi 17mila euro tra pellicce, macchine fotografiche, gioielli e contanti.
 
Dai successivi rilievi i carabinieri avevano potuto evidenziare due piccole macchie di sangue sulle serrature della porta e una su un mobile all’interno. Di qui la decisione di inviare i campioni ai Ris di Parma che hanno fornito un contributo decisivo allo sviluppo delle indagini. Le analisi di laboratorio infatti avevano individuato la traccia di un ignoto di sesso maschile, sovrapponibile a quella relativa a un altro caso di furto. Nel database nazionale la traccia è stata ricondotta ad Alborishvili, cui era stato effettuato un tampone salivare durante la detenzione: “I marcatori sovrapponibili erano diciannove su ventidue, una percentuale altissima” ha spiegato in aula l’ufficiale dei Ris che aveva analizzato i campioni.
 
A carico dell’imputato il pubblico ministero Gianluigi Datta aveva formulato una richiesta di pena di tre anni, tenuto conto della recidiva. Il difensore ha lamentato l’assenza di una controprova sulle tracce, dal momento che era stata presa in esame solo la macchia sul mobile e non quelle sulla porta.
 
Il giudice ha ulteriormente aggravato la condanna rispetto alle richieste della Procura e ha comminato inoltre una multa di 2mila euro all’imputato.

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