CUNEO - Cuneo, padre e figlio rubavano nell'azienda in cui lavoravano: arrestati

Rivendevano macchinari agricoli e pezzi di ricambio sul mercato nero, si ipotizza un danno di centinaia di migliaia di euro. Non paghi, sgraffignavano anche il gasolio

Il Questore, Emanuele Ricifari, e il capo della Squadra Mobile, Pietro Nen

Samuele Mattio 17/07/2020 13:21

Padre e figlio, cuneesi, rispettivamente di 58 e 26 anni sono stati arrestati dalla Polizia di Stato di Cuneo con l’accusa di furto continuato e aggravato in concorso. I due lavoravano in un’azienda -con sede alle porte del capoluogo - che produce macchinari agricoli. Approfittando del rapporto di fiducia instaurato con la proprietà, ne approfittavano per sottrarre pezzi di ricambio e rivenderli sul mercato nero. Si ipotizza un danno di centinaia di migliaia di euro.
 
Le indagini sono partite nel mese di marzo ad opera della Sezione Reati contro il Patrimonio della Squadra Mobile, coordinata dal dirigente Pietro Nen. La segnalazione è giunta alla Questura dai vertici dell’azienda, che avevano notato degli ammanchi nel magazzino, oltre ad aver ricevuto da alcuni clienti segnalazione dell’esistenza di un ‘mercato nero’. I servizi di pedinamento ai danni dei due dipendenti infedeli hanno portato al loro arresto in flagranza di reato.
 
Mentre il figlio, impiegato nel magazzino della fabbrica, sottraeva i pezzi di ricambio e i macchinari, il padre autotrasportatore li collocava sul mercato nero in tutto il nord e centro Italia. Oltre a consegnare la merce regolarmente ordinata per conto dell’azienda, l’uomo era solito fare deviazioni per rivendere il materiale trafugato. Nel secondo caso macchinari e pezzi di ricambio venivano ceduti alla metà del prezzo di listino. Lo smercio del materiale illecitamente approvvigionato non veniva effettuato esclusivamente durante la settimana, ma anche nel weekend l’uomo ‘arrotondava’ effettuando consegne con la sua macchina.
 
I due avevano costruito nel loro giardino un vero e proprio magazzino dove conservavano la merce rubata per una valore stimato di 216 mila euro. All’interno del box, perquisito dagli agenti lo scorso 8 luglio, giorno in cui i due sono stati arrestati, sono stati rinvenuti anche 11 mila euro in contanti - ritenuti proventi dell’attività illecita - e 2.500 litri di gasolio, anch’esso sottratto indebitamente all’azienda. Tutto il materiale è stato sequestrato.
 
Di fronte al Sostituto Procuratore Giulia Colangeli i due hanno ammesso le proprie responsabilità. Inizialmente tradotti presso il carcere Cerialdo di Cuneo, attualmente si trovano agli arresti domicliari, a disposizione dell’autorità giudiziaria. Gli inquirenti sospettano anche la complicità della compagna del padre, indagata a piede libero. Sono in corso le indagini sui ‘clienti’ dei due, distribuiti in diverse province del nord e centro Italia: oltre a Cuneo, Udine, Venezia, Rieti, Asti e Alessandria.
 
 

Notizie interessanti:

Vedi altro