Cuneo prima in Italia per i controlli effettuati durante il lockdown dalla Polizia di Stato. La curiosità è emersa a inizio settimana durante un incontro in videoconferenza con il capo della Polizia Franco Gabrielli, che ha virtualmente ‘visitato’ la Questura di Cuneo in collegamento il Questore Emanuele Ricifari e i dirigenti di sezione.
Oltre a complimentarsi per la gestione dell’emergenza sanitaria all’interno degli uffici di piazza Torino (i contagi si sono fermati a quattro, l’unico a essere stato infettato in servizio è stato lo stesso Questore in un incontro svoltosi a Torino con il governatore Alberto Cirio), il direttore generale della pubblica sicurezza ha sottolineato come il servizio di pattugliamento del territorio, coordinato dal commissario Luigi Chilla, si sia distinto a livello nazionale in relazione agli abitanti e al numero di agenti disponibili. Durante la serrata generale la polizia cuneese (comprese stradale e frontiera) è stata in grado di garantire una media di quaranta pattuglie al giorno.
Escludendo la stradale le ‘pantere’ in servizio sono sempre state sei di giorno e dalle tre alle quattro durante la notte. I controlli, sommati a quelli delle altre forze dell’ordine (Carabinieri, Finanza e Municipale), sono stati oltre 75 mila, sommati ai 28 mila effettuati ai pubblici esercizi. Un numero importante che Ricifari commenta ricordando chi si è dimostrato collaborativo: “Ringrazio i sindaci e i comandanti delle Polizie Locali che in larga parte hanno messo a disposizione il personale e si sono attivati personalmente”. "Ci sono stati sindaci che sono andati in giro a invitare la gente a rientrare in casa con l’unico poliziotto che avevano a disposizione - ricorda il Questore - . Questo è uno dei motivi che, oltre alla prevenzione di carattere sanitario, Cuneo è oramai ferma da almeno tre settimane nella evoluzione del contagio”.
Intanto è arrivata l’altro ieri dal capo della polizia e dal ministro dell’Interno la raccomandazione di mantenere alta l’attenzione sui nuclei criminali, che torneranno a colpire con la riapertura. “Alla luce del graduale riavvio delle attività economiche e di un progressivo riassetto della vita sociale, si richiama l'attenzione sulla necessità di orientare il massimo impegno verso l'attività di controllo del territorio, per prevenire e contrastare ogni tentativo di ripresa dell'operatività delle organizzazioni criminali, nonché della criminalità diffusa”. Compito delle questure sarà anche quello di far rispettare il “divieto di assembramenti e di aggregazioni di persone e l'osservanza delle misure del distanziamento sociale”.
“Se fino a ieri il bandito non è andato a fare furti in appartamento per paura del contagio oggi potrebbe sfruttare l’opportunità di celarsi dietro la mascherina, che può consentire di sentirsi più coperti e meno riconoscibili” afferma Ricifari, annunciando una ulteriore attenzione al contrasto del crimine. Insomma, per le forze dell’ordine non c’è tempo di cullarsi sugli allori, la malavita non va in vacanza.