CUNEO - Delitto Costa, c’è un nuovo arresto: il sospettato fu coinvolto in un’altra indagine per omicidio

Già in carcere il presunto assassino del 42enne cuneese. Si tratta di un pregiudicato 39enne: uscito di prigione in aprile, era stato di nuovo condannato ad agosto

in foto: "el Adoptado", il principale sospettato dell'omicidio di Andrea Costa

Andrea Cascioli 27/09/2021 21:00

Sono saliti a tre gli arresti per l’omicidio di Andrea Costa, 42enne originario della frazione cuneese di Confreria, ritrovato cadavere all’interno di un’auto bruciata sull’isola spagnola di Gran Canaria.
 
L’ultimo sospettato per il quale si sono aperte le porte del carcere, la scorsa settimana, è un certo Juan Felipe A.V.: gli inquirenti pensano che abbia partecipato all’aggressione mortale ai danni di Costa e che in seguito abbia aiutato il presunto autore materiale dell’omicidio nell’occultamento. Juan Felipe A.V. era già stato coinvolto nel 2006 in un’indagine di omicidio, quella relativa alla morte del turista norvegese Trond Rune Muikalsen. L’imputato fu assolto per quel crimine ma condannato a tre anni per furto: un altro accusato, Ramón Blas Ascanio Herrera, fu invece riconosciuto colpevole del delitto e condannato a 20 anni di prigione.
 
Ex operaio della Michelin di Ronchi, un anno fa Costa aveva realizzato il suo sogno di lasciare l’Italia per stabilirsi nelle Canarie insieme alla compagna. La coppia aveva provato ad avviare un’attività, aprendo un cannabis club che però aveva chiuso i battenti dopo pochi mesi. Lui si manteneva con l’assegno di disoccupazione e cercava un nuovo lavoro sull’isola atlantica, lei invece aveva fatto rientro in Italia per esigenze familiari. Descritto da familiari e amici come un uomo gentile e amante degli animali, l’ex operaio era finito in brutte compagnie nei mesi trascorsi da solo: a Santa Lucía de Tirajana divideva un alloggio con un pregiudicato di 39 anni. David José R.P., conosciuto con il soprannome di “el Adoptado”, è considerato l’autore del delitto ed è in carcere già da martedì 14 settembre, il giorno dopo il ritrovamento dei resti carbonizzati di Costa in una località nota come Pozo Izquierdo.
 
Il principale sospettato ha svariati precedenti, anche per reati violenti: era uscito di prigione solo lo scorso 1 aprile, ma in agosto era stato nuovamente raggiunto da una condanna a nove mesi per furto. Nonostante la recidiva gli era stato risparmiato il ritorno in carcere. Il nomignolo con cui è conosciuto nel circondario deriva dalla circostanza di essere stato adottato da bambino: i quotidiani spagnoli riferiscono che i vicini lo ricordano fin dall’adolescenza come un ragazzo di indole violenta, nonostante fosse cresciuto in una famiglia amorevole. Il presunto omicida è padre di due figli, uno dei quali è a sua volta detenuto per altri fatti.
 
Secondo la ricostruzione sarebbe stato lui, nella notte di venerdì 10, a colpire il coinquilino con ferocia e strangolarlo con una presa utilizzata nelle arti marziali, la “mata leão”. Il corpo sarebbe rimasto in casa per un intero fine settimana, tanto che l’anziana donna delle pulizie - recatasi nell’abitazione di calle Ayagaures 5 la domenica successiva - ha riferito di aver trovato tracce di sangue sul posto: “el Adoptado” si era giustificato con lei affermando di essersi ferito. Le tracce sul cadavere fanno supporre che Costa sia stato colpito alla testa più volte e poi ammanettato, forse quando era già morto, per facilitarne il trasporto in auto.
 
Quel che pare acclarato è che la notte dell’omicidio Andrea e David José non erano soli. In casa c’erano almeno altre sei persone, tre uomini e tre donne, che non fecero nulla per fermare quella folle aggressione motivata - a quanto sembra - da una banale lite al ristorante: “el Adoptado” e altri amici erano scappati senza pagare dopo la cena, mentre l’italiano aveva atteso l’arrivo della Guardia Civil chiarendo la sua estraneità. Quel gesto, di fronte a una compagnia di persone arrabbiate e alterate dalle droghe, potrebbe essergli costato la vita. Oltre ai due uomini, è in carcere come complice una donna, Estefanía A.V.: altri quattro presenti sono tuttora indiziati, ma restano a piede libero.

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