CUNEO - Dopo aver scontato un anno di galera torna subito a rubare, ma la Polizia lo arresta di nuovo

L’uomo, un sinto di 44 anni, aveva preso di mira le clienti nei parcheggi dei centri commerciali. Sei gli episodi contestati. Agiva con l’aiuto del figlio, ora ai domiciliari

Samuele Mattio 05/11/2020 11:47

 
 
Un anno passato in carcere non è servito a redimere Cabir Aimo, sinto di 44 anni residente a Mondovì, arrestato lo scorso anno con la compagna per una serie di furti nei centri commerciali del Cuneese. Appena uscito di galera è tornato a delinquere, questa volta coinvolgendo il figlio Alex, 22 anni, ma la Polizia di Stato non è rimasta a guardare, riassicurandolo alla giustizia.
 
Il modus operandi è lo stesso che lo aveva portato in carcere un anno fa. L’indagine, ribattezzata ‘Repetita iuvant’ è partita lo scorso 24 settembre, quando una donna è stata derubata nel parcheggio del Dimar di Cherasco. La cliente del supermercato, si è vista sottrarre 2.500 euro in contanti - titolare di un esercizio commerciale, era l'incasso del giorno - e un iPhone da due uomini poi fuggiti a bordo di una Panda. Nelle vicinanze del luogo dove si è verificato il furto si trovava un’operatore della Polizia Stradale di Bra, che ha raccolto la testimonianza della donna derubata e ha acquisto le immagini di videosoveglianza, dando il via alle indagini, che nelle settimane successive hanno coinvolto, oltre alla Stradale, anche la Squadra Mobile. 
 
Gli accertamenti hanno portato a individuare l’auto e di conseguenza i due uomini, oggetto di servizi di osservazione, pedinamento e controllo. Il lavoro degli uomini della Questura è stato ripagato il 5 ottobre, quando padre e figlio sono stati colti in flagranza di reato a rompere il vetro di un’auto in un parcheggio dell’In’s di Ceva per rubare una borsa lasciata sull’auto da una signora distratta. Dopo aver commesso il furto i due sono scappati sull’autostrada a bordo della Panda, ne è iniziato un inseguimento che si è concluso presso il casello autostradale di Carrù con l’arresto dei due malviventi. I due sono stati ammanettati e, come disposto dal Pubblico Ministero, trasportati presso il carcere di Cerialdo.
 
Le indagini non si sono fermate. Nei giorni successivi all’arresto la Mobile ha ricostruito altri quattro furti a carico dei due indagati, tutti verificatisi nei parcheggi dei centri commerciali del Cuneese (Boves e Margarita), ma hanno colpito anche nella cintura Torinese, a Rivoli e Moncalieri. Il modo di operare era sempre il medesimo: il furto di borse da donna contenenti denaro, documenti e carte di credito. Agivano con destrezza oppure spaccando il vetro del finestrino. In un caso sono anche riusciti a prelevare 750 euro da una carta trovata, con tanto di codice di accesso, all’interno di un portafogli. Per questo gli è stato contestato anche il reato di utilizzo indebito. Il capo d’imputazione principale è però il furto aggravato. In conseguenza degli approfondimenti d’indagine effettuati, lo scorso 27 ottobre il Gip di Asti ha disposto la convalida della misura cautelare in carcere per Cabir Aimo e gli arresti domiciliari per suo figlio Alex.
 
Soddisfazione per l’operazione da parte della comandante della Polizia Stradale della Granda, Sara Mancinelli: “Sono reati che creano molto allarme sociale perché prendono di mira le fasce deboli - ha detto il vicequestore aggiunto in una conferenza stampa organizzata stamane, giovedì 5 novembre, presso la Questura di Cuneo - Aver assicurato alla giustizia queste due persone è un bel risultato”. “Si tratta di reati odiosi”, le ha fatto eco il dirigente della Squadra Mobile Pietro Nen, che ha anche raccontato un aneddoto per far evidenziare l’indole criminale dei due: “Durante il weekend quando non sapevano cosa fare andavano a fare un giro nei cimiteri per rubare nelle autovetture degli anziani che andavano a trovare i loro cari”. “C’è grande soddisfazione per come si è conclusa l’operazione”, ha concluso. 

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