CUNEO - Dopo la lite, taglia la strada all’altro automobilista e lo minaccia con l’accetta: condannato

Tutto sarebbe scaturito da un colpo di clacson sulla Est-Ovest. Il 38enne albanese, pregiudicato, era affidato in prova ai servizi sociali al momento dei fatti

a.c. 20/01/2023 14:45

Un banale diverbio tra automobilisti è all’origine della condanna di un 38enne pregiudicato albanese, R.K., oggi detenuto per altra causa e denunciato nell’ottobre 2021 da un 25enne. Il giovane raccontava di essere stato minacciato con un’accetta mentre si trovava in auto a Cuneo, all’altezza della rotonda della Est-Ovest.
 
“Entrando nel tunnel - ha spiegato - ho visto una station wagon grigia che continuava a fare manovre azzardate, c’era una sola persona a bordo con indosso le cuffie. Guidava in malo modo, come se stesse giocando. Arrivato alla rotonda dovevo girare a destra, nel momento in cui stavo per farlo mi ha sorpassato da destra e io ho clacsonato”. Tanto sarebbe bastato per scatenare la violenta reazione dell’altro: “Si è fermato costringendomi a inchiodare, poi è uscito dalla macchina e ha aperto il portellone della mia auto dal lato passeggero. Urlava frasi come ‘non devi rompere il c… a me per come guido’ e ‘ti ammazzo’”.
 
Ma l’automobilista non si era fermato alle parole ed era tornato nella sua auto a prendere un’accetta, al preciso scopo di intimidire l’altro: “L’ha mostrata un paio di volte, per farmi capire che avrebbe avuto il coraggio di usarla. Poi si è rimesso alla guida ed è andato via”. In sede di denuncia il 25enne ha indicato la targa dell’auto, una Peugeot 307 grigio chiara. Il veicolo è risultato essere in uso a R.K. che per giunta, all’epoca dei fatti, era affidato in prova ai servizi sociali dopo una condanna.
 
Lui stesso aveva consegnato alle forze dell’ordine la sua accetta, prima ancora della perquisizione. La persona che lo ha denunciato lo ha inoltre riconosciuto dalle fotografie mostrate dagli inquirenti. Per il pregiudicato il pubblico ministero Gianluigi Datta ha chiesto, all’esito dell’istruttoria, la condanna a un anno e sei mesi di carcere: “Tre minuti di terrore vissuti a fronte di un classico confronto in auto”, ha sintetizzato il rappresentante dell’accusa. L’avvocato Sabina Cabutti, difensore di parte civile, ha rimarcato la validità della deposizione della persona offesa, definita “chiara e attendibile” nel suo racconto: “In fotografia ha subito individuato il soggetto che peraltro non aveva mai visto” ha aggiunto il legale, domandando un risarcimento quantificato in 2.500 euro. La difesa dell’avvocato Antonio Vetrone si è concentrata in particolare sulla contestazione di violenza privata: l’automobilista minacciato, ha argomentato il difensore, avrebbe potuto darsi alla fuga prima che R.K. tornasse con l’arma in mano.
 
Il giudice Sandro Cavallo ha quantificato la pena in un anno più duemila euro di multa, ritenendo provati tutti i capi d’imputazione.

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