BUSCA - E' morto l'alpino reduce di Russia Giuseppe Fornero

Aveva 97 anni. Il funerale domani alle ore 15 nella parrocchia Maria Vergine Assunta. Il sindaco: 'Un grande buschese, testimone della Storia'

16/02/2018 10:35

E’ morto ieri sera nel suo letto di casa, in frazione San Martino, assistito dai suoi famigliari, l’alpino reduce di Russia Giuseppe Fornero. Avrebbe compiuto 98 anni il prossimo 2 maggio. Il funerale si tiene domani, sabato 17 febbraio,  alle ore 15 nella chiesa parrocchiale Maria Vergine Assunta.

“Ci mancherà - afferma il sindaco Marco Gallo. – Lo abbiamo visto fino a pochi giorni fa, sempre lucido e in gamba,  a fare il consueto giro in centrocittà per prendere il  caffè al solito bar. Un testimone della Storia e una grande persona, che abbiamo avuto il tempo di onorare con una serata al Teatro Civico nello scorso settembre, quando abbiamo presentato il documentario che il Comune a voluto dedicargli”.

“La storia vera del soldato nella neve raccontata ai bambini” è la video-testimonianza del regista Giorgio Nevissano che raccoglie il racconto di Fornero ha lasciato ai bambini delle scuole primaria di Busca.

L’alpino, reduce della Campagna di Albania, del fronte francese e della Campagna di Russia, dove faceva parte del Gruppo di artiglieria Alpina Mondovì della Divisione Cuneense, aveva accettato con grande disponibilità la proposta del video e aveva dialogato con gli alunni con passione e precisione, perché il suo più grande desiderio in tutta la sua lunga vita è stato rendere testimonianza affinché il sacrificio di tanti suoi compagni non fosse mai dimenticato e servisse sempre da lezione.

Il video alterna immagini di repertorio sulla Campagna di Russia alle parole di Fornero “Ero partito per fare il sodato quando avevo vent’anni e poi… ah! A me è andata bene, sono stato dei più fortunati, ma sennò…”. E  si arriva all’evento clou: la battaglia di Nowo Postojalowka del 20 gennaio 1943, cui prese parte: “In quell’inferno io trovai riparo dentro una buca, mentre ben cinque bombe mi sfiorarono scoppiando a mezzo metro di distanza. Del mio battaglione siamo tornati in 29 su 300. A quaranta gradi sotto zero con scarpe fatte di stracci, senza più munizioni, bastava fermarsi un attimo che il sangue gelava”.

c.s.

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