CUNEO - Entrava nei bar di Cuneo e mangiava a sbafo senza saldare i conti: a processo lo scroccone seriale

Per una decina di giorni, nell’estate 2019, il 44enne lituano divenne l’incubo dei locali in città: “Irrideva anche i poliziotti quando lo portavano in Questura”

Andrea Cascioli 02/02/2021 19:44

 
Si dice che l’espressione “fare il portoghese” risalga a un episodio verificatosi nella Roma papalina del Settecento, quando l’ambasciatore del Portogallo presso la Santa Sede aveva invitato tutti i suoi connazionali ad assistere gratis a uno spettacolo presso il teatro Argentina. Poiché non era richiesta nessuna attestazione e chi si presentava all’ingresso veniva identificato come portoghese “sulla fiducia”, diverse centinaia di romani ne avrebbero approfittato per godersi l’evento senza pagare nulla.
 
Nella vicenda giudiziaria di cui trattiamo il “portoghese” del caso è in realtà un cittadino lituano nato nel 1975, L.P., che per una decina di giorni nell’estate 2019 era stato un autentico flagello di bar e ristoranti cuneesi. L’uomo è finito a processo per insolvenza fraudolenta a seguito di una singola denuncia, quella presentata dal titolare di un caffè in via Michele Coppino, ma sarebbero numerose le vittime dello “scroccone seriale”, più volte identificato dagli agenti della Questura.
 
“Ѐ stato una meteora a Cuneo. Entrava nei locali, consumava e rifiutava di pagare. A volte si metteva a mangiare le portate già servite ad altri clienti sui tavolini” ha raccontato al giudice il vice sovrintendente di polizia Fabrizio Dutto. In quell’occasione, i poliziotti erano intervenuti presso il bar di via Coppino perché dopo aver mangiato a sbafo L.P. si era messo a infastidire gli avventori paganti fuori dal locale: “Aveva anche preso in giro il titolare, chiedendo una sigaretta dopo aver consumato il pasto: doveva saldare un conto da 21 euro”. Lo stesso atteggiamento provocatorio sarebbe stato messo in atto nei confronti delle forze dell’ordine: “Sosteneva di non conoscere la lingua e continuava a ripetere in inglese ‘f*** you, f*** you’, deridendo gli agenti. Sapeva che la giustizia italiana non aveva strumenti per rivalersi nei suoi confronti”. Il modus operandi, una volta portato in Questura, era identico ogni volta: L.P. affermava di sentirsi male e chiedeva un’ambulanza per farsi accompagnare in ospedale.
 
A carico della stessa persona, oggi irreperibile, sono risultate denunce analoghe anche in altre città. Il 27 aprile verrà ascoltata la testimonianza dell’autore della querela.

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